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29. 04. 2024 06:03

Cinque domande a Micol Martinez: «La leggerezza che mi mancava»

«Avevo bisogno di un cambio, di trovare un linguaggio più diretto»

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Micol Martinez
Micol Martinez

Anticipato dai singoli Buon anno amore mio e Mai o Mai, il nuovo album di inediti di Micol Martinez – dal titolo I buoni spropositi – disegna un profilo privato sul mondo spirituale dell’artista milanese, cogliendo racconti personali ed intime fotografie di vita vissuta.

 

 

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5 domande a Micol Martinez

Quale svolta artistica rappresenta I buoni spropositi?
«Avevo bisogno di un cambio, di trovare un linguaggio più diretto. Mi definisco un’artista complicata e molto cerebrale: questo non sempre va a mio favore. La svolta è stata riconoscere questa mia tendenza attraverso la semplicità delle cose: ho scritto lasciando correre la scrittura armonica e ritmica su binari meno complessi e mi ha divertito. Ho imparato da me stessa quella leggerezza che mi mancava».

Tra le tue esperienze, spicca il Teatro Libero.
«Penso ai miei insegnanti, Paolo Trotti ed Elisa Lepore. Loro non lo sanno, ma sono stati fondamentali. I loro insegnamenti mi sono arrivato col tempo e ora ne godo. Ricordo una me chiusa e bloccata, che nascondeva la timidezza dietro magliette dei Sex Pistols e giacche di pelle dei Misfits. Una me schiva e incerta, ma “con grosse potenzialità”, come loro stessi mi dicevano».

Milano ha un peso specifico per te?
«Pur avendo passato la mia infanzia a Parigi, sono nata qui e ci sono tornata quando avevo sei anni. Ricordo i mille concerti di quando avevo dodici anni, alla Fiera di Sinigaglia sulla Darsena o al Cox 18. Ricordo le lunghe attese senza cellulari, il Rainbow, il Factory dove andavamo a ballare i Joy Division e i Suede. Era tutto meravigliosamente diverso».

E ora?
«Amo Milano anche ora, ma quando ripenso a “quella” Milano, mi sale sempre un po’ di malinconia».

Come stai vivendo la quarantena?
«Con un misto di nuove consapevolezze e nuovi dubbi. Qualunque situazione inedita ci forza a scoprire qualcosa di ignoto di noi stessi».

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