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26. 04. 2024 14:36

Men in town, la Milano Fashion Week non si ferma

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La notizia della defezione di Armani dalle passerelle di Emporio e della Giorgio Armani (previste domani e lunedì) aveva colpito al cuore il sistema. Ma la Milano Fashion Week dedicata alla moda maschile «si svolgerà come sempre, nel rispetto delle normative e delle restrizioni vigenti, che attualmente prevedono il controllo del Green Pass Rinforzato e l’uso di mascherine FFP2 per tutti i partecipanti», precisa Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda Italiana, aggiungendo che il calendario potrebbe subire modifiche: «Alcuni eventi che non sarà possibile realizzare come erano stati immaginati originariamente, potrebbero essere annullati o rinviati».

Da oggi a martedì la Milano Fashion Week

Da oggi a martedì, la Men’s Collection conferma un ritorno agli eventi fisici, con un calendario di 16 sfilate in presenza, 24 presentazioni e presentazioni su appuntamento e diversi eventi digitali. Sfileranno i grandi nomi del Made in Italy, come Zegna, Fendi, Dolce & Gabbana, Etro, Prada e Dsquared2, Federico Cina. La Camera della Moda ha scelto di concentrare tutte le sfilate e gli eventi fisici nei primi quattro giorni, mentre martedì sarà dedicato agli show digitali con, tra gli altri, A-Cold-Wall, Children of the Discordance e Serdar.

Le etichette ad entrare per la prima volta nel calendario milanese delle presentazioni fisiche sono Ardusse, Çanaku, Family First, Dhruv Kapoor e Jet Set. Ha optato per un défilé in formato digitale la fashion house JW Anderson, «viste le le recenti difficoltà logistiche e di viaggio causate dagli sviluppi del coronavirus». Lo show, che segna l’esordio del marchio nel calendario milanese, sarà trasmesso in anteprima sui canali della Camera Nazionale della Moda Italiana, domenica alle 20.00.

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Il brand mantiene l’evento fisico a Milano in giugno, per presentare le proposte maschili della primavera-estate 2023. Tutti gli eventi in calendario potranno essere seguiti su milanofashionweek.cameramoda.it, la piattaforma digitale di Camera Nazionale della Moda Italiana che ospiterà anche l’ottava edizione del Fashion Film Festival Milano, mentre la prima visione del film Elio Fiorucci – Free Spirit, prevista per lunedì 17 gennaio, è stata rimandata alla Moda Donna di febbraio.

Milano Fashion Week, parla Luigi Lardini: «Cromoterapia: memoria e ragione»

Come vestiranno gli uomini il prossimo inverno? Lo spiega Luigi Lardini, direttore dell’omonimo brand da lui creato nel 1978 quando, ancora diciottenne, inseguì il suo sogno di moda. Un sogno che affonda le radici nella tradizione sartoriale italiana, si nutre di eleganza ma anche di innovazione e si sviluppa grazie alla sua famiglia, cuore e motore dell’azienda marchigiana con un grande negozio a Milano in via Gesù, la strada dei sarti. «Vedo gli abiti – racconta a Mi-Tomorrow – come componenti di un innovativo lessico dell’eleganza e un impulso alla ripartenza. Stile come ricerca di un’inedita arte del vestire che regala piacere prima a se stessi, poi al mondo».

Anche in questo momento?
«Sì, perché c’è comunque voglia di ripresa e lo constatiamo guardando i nostri risultati. L’Asia sta andando molto bene, il marchio è conosciuto e apprezzato. Dopo aver aperto due negozi diretti a Tokyo, apriremo altri cinque corner in Giappone. Anche la Corea cresce del 20-30%. Tutta la collezione vuole celebrare l’inizio di un nuovo periodo dell’esistenza umana con ottimismo e slancio».

Come si traduce in abiti?
«Iniziamo dall’attitudine al colore come emblema di un rinnovato entusiasmo, espresso in un’estetica contemporanea che attinge a una tradizione ben radicata ma sempre aperta a originali esperienze. C’è una singolare vena creativa nelle proposte per il prossimo autunno-inverno. Abbiamo dato forma ad accostamenti di trame e armature diverse, dai check al Prince of Wales, dal pied-de-poule al tweed, oltre alle stampe di motivi geometrici sulla seta e al cotone della camiceria».

La silhouette?
«Oltrepassa il concetto di volumi troppo aderenti e costrittivi per donare più respiro al corpo, ma sempre proteggendolo in un morbido guscio di calore che gioca con la memoria di forme sartoriali vintage, senza una precisa referenza storica, privilegiando solo comfort e naturalezza: le giacche hanno revers più allungati o si trasformano in giacche-camicia. I pantaloni hanno una vestibilità più comoda, i cappotti sono lunghi e dalle proporzioni generose, i foulard sono l’accessorio necessario come le sciarpe in maglia dove avvolgersi come mantelli».

Colori?
«I blu lacustri, i verdi dei prati, il dark brown di terra e tronchi, il beige della sabbia, l’arancio dei tramonti: le sfumature legate alla natura si alternano a toni più squillanti, da accostare tra loro con lo spirito quasi impertinente di chi non ha timore di essere notato. Una sorta di cromoterapia dove le gradazioni interagiscono con la memoria, risvegliano i sentimenti, orientano la ragione».

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