Valentina Trapletti: «Dall’incubo Doha al sogno Tokyo»

valentina trapletti
valentina trapletti

Quella mondiale è stata per Valentina Trapletti, per usare le sue stesse parole, un’esperienza indicibile.
Un anno complicato, per via di diversi fastidi fisici, ma contraddistinto comunque da buoni risultati in Coppa Europa da un lato e dalla drammatica esperienza ai Mondiali di Doha dall’altro.

«A Doha – racconta la 34enne marciatrice di Magenta – sono arrivata preparata per affrontare il caldo e l’umidità tipici della zona. A me il caldo piace, pensavo di essere avvantaggiata».

 

Valentina Trapletti, l’intervista

E invece?
«L’esperienza si è dimostrata essere una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Abbiamo dovuto rivedere le tabelle della preparazione, costrette a rimanere in albergo tutto il giorno con l’aria condizionata ed uscire per l’allenamento alle undici di sera. Cenavamo all’una di notte. Mai provato sensazioni come queste».

Non sono serviti molto gli allenamenti fatti in condizioni estreme…
«Ho gestito la gara assumendo molti liquidi. Ci davano da bere acqua molto ghiacciata, ero costretta a tenerla in bocca per scaldarla prima di mandarla giù. E mantenevo la giusta temperatura di polsi e collo con il ghiaccio che mettevo nella polsiera e nello scaldacollo. Gli allenamenti che avevo fatto nel corso dell’anno per prepararmi, a quel punto, non c’entravano più niente. Però sono riuscita a concludere la gara».

Comunque tante soddisfazioni, nonostante un anno complicato.
«Esatto. Una fastidiosa sinusite, gli antibiotici, l’infiammazione causata da un plantare difettoso. Situazioni che non hanno certo agevolato la preparazione agli impegni internazionali. Nonostante ciò, sono stati soddisfacenti i risultati in Coppa Europa nello scorso mese di maggio e, al di là delle oggettive difficoltà ambientali, quelli ai Mondiali di Doha».

Valentina Trapletti, appuntamento a Tokyo 2020

Ora, però, c’è l’appuntamento con le Olimpiadi a Tokyo. Come si sente?
«Da questo mese cominceranno le gare di preparazione. Come mia abitudine farò tante gare come allenamento e test per trovare la forma giusta. A cominciare da Grosseto nel mese di gennaio per proseguire con il Campionato Italiano a marzo, la 20 chilometri di Bergamo, i Campionati Mondiali a maggio in Bielorussia. Oltre ad una gara internazionale e qualche raduno con la Fidal. Per fortuna la 20 chilometri si disputerà a Sapporo, a 800 chilometri dalla capitale nipponica».

Clima diverso, insomma.
«Esatto, più fresco. Anche se poi è tutto da verificare. Ciò che spiace è dover gareggiare lontano dall’atmosfera olimpica. Entrare nello stadio a fine gara sarebbe stata una emozione bellissima».

Foto: Colombo