Craxi, parla Pillitteri: «Una via per Bettino? Si parli prima della sua figura politica»

L’ex sindaco Paolo Pillitteri, cognato dell’ex leader socialista, interviene nel dibattito: «Più che i giudizi stanno cambiando i pregiudizi. La storia di Bettino è complessa e alta»

craxi
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Cognato, compagno di partito, amico, Paolo Pillitteri ha conosciuto come nessuno il lato pubblico e privato di Bettino Craxi. A vent’anni dalla morte del leader socialista spiega a Mi-Tomorrow quale significato possano rivestire le tante iniziative intraprese per ricordarne la figura politica.

 

Craxi, intervista a Paolo Pillitteri

Paolo Pillitteri
Paolo Pillitteri

Il Consiglio comunale discute oggi se intitolare una via o dedicare una targa a Craxi: cosa ne pensa?
«Va bene dedicargli una via o una targa anche se vedo il rischio che la discussione elida la questione fondamentale: cosa è stata la sua politica».

Anche in Regione è partita la proposta di intitolargli un’aula.
«E’ un’iniziativa anche questa benvenuta, però non ci si deve fermare a un atto simbolico».

Allora va più nel segno il convegno promosso dai giovani del Pd?
«Il Partito Democratico è costretto a discutere molti anni dopo di Bettino che, lo ricordo, aprì all’allora Partito Comunista la porta dell’Internazionale Comunista nonostante le perplessità di tanti, me compreso».

Come spiega che oggi gli avversari più irriducibili di Craxi, come la Lega, danno un giudizio diverso della figura politica?
«Perché ha anticipato molte idee e propositi che – il discorso vale in modo particolare per il Pd – sono stati fatto propri da altri».

É stato un precursore anche nella vita politica milanese?
«Io direi di sì, l’ho conosciuto nei primi anni ’60, faceva l’assessore: le racconto un aneddoto».

Prego.
«Giravo un documentario sui bambini, ogni giorno gli davo un appuntamento in una scuola perché lui si occupava di refezione scolastica, io portavo la telecamera ma non si presentava mai. Allora sono andato a cercarlo in assessorato dove l’ho trovato che discuteva, riceveva gente, parlava al telefono.

Quando si è rivolto a me ha detto che non bastava che mi occupassi di refezione scolastica, dovevo andare nei nuovi quartieri del Gratosoglio, in Forlanini, al Gallaratese dove c’erano gli immigrati: lì, mi disse, dobbiamo costruire case, scuole, dobbiamo dare lavoro perché altrimenti socialismo e democrazia non valgono nulla».

Ha continuato a seguire Milano anche quando ha fatto politica a Roma?
«Premesso che ha sempre seguito la politica nazionale, la cosa importante è che trasportò a Roma la sua milanesità, una specie di filosofia politica: Craxi era profondamente milanese, sentiva il corpo e l’anima della città, non dimentichiamoci che fu il primo presidente del consiglio milanese».

Stanno cambiando i giudizi anche presso la gente?
«Più che altro stanno cambiando i pregiudizi. Certo per alcuni, in particolare alcuni giornali, si fa confusione tra le vicende giudiziarie e quelle politiche facendo prevalere le prime sulle seconde ma la storia di Craxi è più complessa e più alta».

Ha visto il film di Amelio, Hammamet?
«Sì, devo dire che in un primo momento non mi ha entusiasmato».

Per quale motivo?
«L’ho visto con gli occhi del critico cinematografico, ho colto alcuni punti deboli. La questione è che noi non abbiamo mai visto Craxi nella prospettiva in cui l’ha dipinto Amelio, per noi lui era sempre calato nella politica: il film, invece, parte dal punto di vista dello sconfitto, dell’esiliato».

Insomma alla fine ha cambiato parere?
«Il regista è stato molto bravo, lo stesso vale per Favino, l’attore che ha interpretato Craxi mettendo bene in luce l’orgoglio con cui ha vissuto la sua posizione di esule».

Come ricorda gli ultimi anni di Craxi?
«Lo sentivo tutti i giorni, è stato un periodo molto doloroso reso ancora più duro dal fatto che si accorgeva dei tanti amici che l’avevano abbandonato».

Oggi il dibattito a Palazzo Marino
Il 22 febbraio una giornata di studio

Si discutono oggi in Consiglio comunale le mozioni presentate dai gruppi di Forza Italia e Milano Popolare che chiedono che venga intitolata una via a Bettino Craxi. E’ probabile che l’aula approvi una soluzione di compromesso stabilendo di dedicare una targa all’ex statista per venire incontro ai consiglieri che giudicano poco opportuna l’onorificenza della via.

In Regione, invece, c’è una proposta sempre di Forza Italia per intitolare un’aula a Craxi: per ora si registra la non opposizione della Lega. Da segnalare, infine, la giornata di studi intorno alla figura di Bettino Craxi il 22 febbraio: sono previsti incontri e dibattiti all’Umanitaria per un convegno organizzato dai Giovani democratici e dal gruppo consiliare del Partito democratico.

Tra i relatori l’ex sindaco Carlo Tognoli, l’ex capogruppo milanese del Psi Ugo Finetti e l’ex vicesegretario nazionale Claudio Martelli.

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