Anoressia e osteoporosi, allarme per gli uomini

Aumenta l’incidenza di alcune patologie sul sesso maschile. Marucci: «Spesso il problema è la mancata consapevolezza del disturbo»

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Anoressia, bulimia, osteoporosi e pubertà precoce. Per tutti sono malattie femminili. Gli esperti spiegano però che l’incidenza sul sesso maschile sta aumentando. Come conferma a Mi-Tomorrow l’endocrinologa Simonetta Marucci: «Il problema è che un livello ormonale troppo alto precocemente può compromettere la crescita in altezza e avere delle conseguenze anche sul piano psicologico».

 

Anoressia, intervista a Simonetta Marucci

Simonetta Marucci
Simonetta Marucci

Ci sono malattie tipicamente femminili che però colpiscono anche gli uomini?
«Certo, e a causa di una sorta di pregiudizio medico di genere, risultano spesso sottovalutate e non diagnosticate, con gravi conseguenze per la salute. Parliamo di anoressia nervosa, osteoporosi e pubertà precoce soprattutto».

In che modo queste patologie si comportano diversamente negli uomini e nelle donne?
«Se prendiamo in considerazione l’osteoporosi, caratterizzata da una riduzione della densità dell’osso con riduzione della sua resistenza e conseguente rischio di fratture, essa compare più precocemente nella donna piuttosto che nell’uomo e coincide, generalmente, con l’epoca della menopausa. Nell’uomo prevale dopo i 65 anni, e spesso può essere facilitata da terapie farmacologiche.

Ma esistono anche altre situazioni, per esempio la malnutrizione che troviamo nei disturbi alimentari sia femminili sia maschili, ma anche più semplicemente una alimentazione non corretta con scarso apporto di elementi nutrizionali importanti e abuso di cibi spazzatura, che tendono ad alterare il metabolismo impoverendo di sali minerali le ossa».

Cosa succede invece nel caso della pubertà precoce?
«Questa patologia comporta uno sviluppo in età precoce dei caratteri sessuali secondari. Il problema è che un livello ormonale troppo alto precocemente può compromettere la crescita in altezza e avere delle conseguenze anche sul piano psicologico. Un problema che può colpire in ugual misura il sesso maschile e quello femminile. Fra le cause ci sono anche gli inquinanti ambientali, sostanze presenti nei cibi o nell’ambiente che vanno a interferire proprio con il funzionamento degli ormoni».

Anche l’anoressia maschile è sempre più diffusa?
«Questa patologia oggi è presente in un maschio ogni quattro donne, laddove solo vent’anni fa era di un maschio ogni 10-15 donne. Il disturbo va di pari passo con l’ossessione sempre più diffusa per il corpo. Nei maschi la fissazione per l’immagine è però spesso legata al sentirsi troppo magri e volere un corpo muscoloso.

In questo caso si parla di bigoressia: oltre a intraprendere delle diete sbagliate, i pazienti si sottopongono ad attività fisica estenuante e all’abuso di integratori spesso acquistati online senza controllo e pericolosi per la salute».

Che differenza c’è rispetto all’anoressia?
«Rispetto all’anoressia, dove l’eccessiva magrezza crea l’esigenza di un intervento terapeutico, in questo caso siamo in presenza di ragazzi che non sono gravemente sottopeso e sono quindi più difficilmente riconoscibili come portatori di un problema. I genitori stessi fanno fatica a capire. Uno dei problemi più grossi è proprio la mancanza di consapevolezza del disturbo: questi ragazzi ritengono di stare bene, di non avere bisogno di aiuto, e non si rivolgono spontaneamente al medico».

Qual è l’approccio del medico?
«La terapia è identica in tutti i pazienti ed è di tipo integrato interdisciplinare, multi professionale. Essendo il disturbo alimentare una patologia legata a molti fattori, è necessario che la terapia si articoli tra aspetti medici, psicologici, nutrizionali, sociali e familiari. Sia per gli uomini sia per le donne».

Disturbi alimentari diffusi anche fra gli adulti

Ogni quattro persone anoressiche, una è un uomo. Perché questo disturbo alimentare non è solo femminile, come ribadisce l’Associazione medici endocrinologi. Oggi più di tre milioni di persone in Italia soffrono di questa patologia, considerata la terza più comune malattia cronica fra i giovani. Per gli sarebbe dovuta per il 50 per cento da fattori genetici.

A provarlo per la prima volta è stata una ricerca svedese, condotta dal Karolinska Institut di Stoccolma. Lo studio ha mostrato come il dieci per cento di oltre 220 atleti olimpici maschi presi in esame tra il 2012 e il 2014 abbia ammesso di avere sofferto di disordini alimentari. Che con il tempo possono portare all’anoressia.

A ribadirlo, nel 2017, sono stati i medici francesi della rivista Annales Médico-Psychologiques, pubblicando studi dettagliati sui dodici uomini – fra 18 e 60 anni – seguiti dal 2014. I dati hanno evidenziato come l’anoressia non colpisca solo gli adolescenti.

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