“La vita attorno agli arredi”. Prosegue il viaggio alla scoperta delle attività degli studenti del laboratorio Quaratined House-lives. A biography guidato al Politecnico di Milano da Paola Briata, Giovanni Hänninen e Gennaro Postiglione, con i tutors Chiara Baravalle, Irene Cominini, Benedetta Marani, Dario Scalco e Anna Tagliaferri.
“La vita attorno agli arredi”, il lavoro del Politecnico
Emergono, infatti, i primi risultati del lavoro che racconta di come si vive nelle case in quarantena. Le proposte dei ragazzi poggiano sulla convinzione che solo un’osservazione attenta della vita quotidiana dei luoghi possa portare gli studenti a essere dei buoni progettisti, sensibili alla realtà di chi gli spazi e gli arredi li usa nelle loro innumerevoli sfaccettature.
“La vita attorno agli arredi” racconta, attraverso i disegni, come alcuni arredi siano capaci di rispondere alle diverse esigenze degli abitanti, permettendo usi diversi da quelli per cui sono stati pensati originariamente, disponibilità che in gergo viene definita “affordances” perché esprime il grado di “capacità di sostenere” usi diversi.
Esempi. E così un tavolo, un tappeto, un letto, si trasformano in scenari per le più diverse attività, talvolta ben lontane da quelle per le quali erano stati originariamente pensati.
L’aspetto molto affascinante delle affordances di arredi e oggetti consiste nel fatto che esse sono potenzialmente presenti in ogni manufatto, ma trovano espressione solo dove l’abitate è in grado di attivarle. Si tratta di una vera e propria cooperazione tra oggetti e persone che permette di innescare qualcosa che altrimenti non potrebbe avvenire.
“La vita attorno agli arredi”, l’obiettivo
Un lavoro del genere ci porta a comprendere la bellezza e la potenza poetica di alcune forme molto semplici, ma allo stesso tempo molto versatili, come un tavolo o una panca, ma anche un balcone. L’osservazione si concentra dunque non tanto su quello che ogni persona fa: lo sguardo si sposta dalle persone alle cose e su ciò che le cose consentono di fare.
Le affordances di arredi e oggetti, si sono rivelate una risorsa estremamente preziosa nel migliorare la vivibilità degli spazi delle case in quarantena e questo grazie all’ingegno creativo degli abitanti, stimolato dalle tante restrizioni imposte dalla routine quotidiana.