Doveva essere una bella idea ma l’Art Bonus, lo strumento normativo introdotto nel 2014 che prevede un credito d’imposta del 65 per cento per le erogazioni liberali a favore dei beni culturali pubblici e dello spettacolo e poi successivamente esteso a numerosi enti dello spettacolo dal vivo, fa discutere.
Art Bonus, il caso
Il problema è che chiaramente le donazioni finiscono alle istituzioni culturali più conosciute, dalla Scala, al Castello, al Piccolo, alla Triennale mentre altre fanno più fatica. Risultato: ci sono i 170 milioni della Scala e zero euro all’Archivio storico della chiesa dell’antico Ospedale Maggiore. Ma fanno effetto anche i 1.670 euro per l’Archivio di Stato.
Art Bonus, l’appello di Tommaso Sacchi
L’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, ha rivolto quindi un appello ai cittadini dalle pagine del Corriere: «L’Art Bonus è una misura di straordinario valore che in parte ha segnato un nuovo corso nel rapporto tra pubblico e privato nel sostegno alla cultura ai monumenti e alla produzione culturale. Il mio invito ai tanti mecenati e al mondo delle imprese è di non guardare esclusivamente alle istituzioni culturali più note ma anche a quelle preziosissime realtà che evidentemente fanno un po’ più fatica a essere raccontate ma che rappresentano una grande valore culturale».
Non solo Art Bonus
Il 31 agosto sarà un giorno speciale per il Teatro Alla Scala ma anche per l’Arena di Verona. In occasione della centesima edizione dell’Arena di Verona Opera Festival 2023 andrà infatti in scena un concerto speciale che vedrà esibirsi proprio la celebre orchestra del teatro più famoso del mondo, quello del capoluogo lombardo.
