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03. 05. 2024 13:33

Fedrighini lascia la lista Sala (ma resta con la maggioranza): «Correggere il tiro»

Enrico Fedrighini non fa più parte della lista Sala

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Enrico Fedrighini non fa più parte della lista Sala. Il consigliere comunale in un lungo post sui suoi profili social ha spiegato che cosa lo ha spinto a prendere questa decisione, che è un segnale al sindaco e a tutta la giunta, anche se ha tenuto a precisare che resterà nella maggioranza, continuando a supportarla.

Le parole di Fedrighini

«Ci ragionavo da tempo e alla fine ho deciso – ha iniziato il suo discorso Fedrighini -: sono uscito dal gruppo consiliare della Lista Sala, passando al gruppo misto. Una scelta senza polemiche, una scelta di chiarezza che non incide sul mio sostegno alla coalizione che governa Milano. Anzi: spero serva a stimolare l’amministrazione (Consiglio e Giunta) sulla necessità di correggere il tiro su alcuni temi di importanza strategica».

Beppe Sala, videoclip ritorno dei Club Dogo dopo dieci anni
Beppe Sala attore nel videoclip ritorno dei Club Dogo dopo dieci anni

Fedrighini, le motivazioni

Che cosa ha spinto Fedrighini a prendere questa decisione? I motivi sono stati messi nero su bianco: «Su diversi provvedimenti rilevanti promossi da Sala e dagli assessori da lui nominati (progetto stadio e ricorso contro il vincolo; nuove misure su Area B e Area C; aumento del biglietto ATM; taglio di linee bus di superficie) il mio voto è sempre stato contrario, insieme ad altri consiglieri di maggioranza. Perché queste misure contraddicono il modello di città che ci siamo impegnati a realizzare in campagna elettorale».

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«Due anni fa la mia candidatura come ambientalista nella Lista Sala serviva a dare una mano per realizzare una serie di obiettivi annunciati nel programma elettorale: ridurre il traffico, azzerare il consumo di suolo, potenziare il trasporto pubblico, migliorare la qualità urbana delle periferie, rendere Milano economicamente più accessibile per tutti. Cose importanti, non semplici da raggiungere ma che Milano – ne sono convinto – è in grado di realizzare come hanno fatto molte altre città europee, ad una condizione però: avere il coraggio di scegliere e di agire – anche a costo di scontentare qualche gruppo di potere – per migliorare la città di tutti, a beneficio di tutti».

Fedrighini, l’interesse pubblico

«Un tempo questo si chiamava “interesse pubblico”. Invece da un paio d’anni sta accadendo l’esatto contrario: si aumenta il biglietto ATM tagliando alcune linee di superficie, estendendo contemporaneamente nelle aree periferiche il pagamento della sosta fino alle ore 19; si utilizza Area B per costringere le persone a cambiare auto (saranno contenti gli autoconcessionari!) senza che ciò riduca smog e traffico, anziché potenziare il trasporto pubblico e incentivare il car-pooling».

«Si annuncia la pedonalizzazione di via Montenapoleone come se fosse una grande conquista ambientale, mente il resto della città rimane invasa dalle auto; si disegnano sull’asfalto piste ciclabili senza preventivamente ridurre il traffico privato che congestiona lo spazio urbano; si assecondano i progetti speculativi su un’area comunale da parte di società finanziarie (demolizione del Meazza, costruzione di un nuovo stadio e di una nuova City Life accanto), anziché coinvolgerle in un progetto di riqualificazione del Meazza e dell’area di San Siro. Si parla di lotta ai cambiamenti climatici, e si tentenna nel difendere dal cemento le aree verdi ancora presenti a Milano, come il bosco di via Falck».

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