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26. 04. 2024 18:54

L’appello del Codacons: «No alla serranda selvaggia»

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Ripensare il commercio estivo non basta, occorre riconsiderare le relazioni sociali, i rapporti con i vicini, il modo di vivere in città. Per Marco Donzelli, presidente del Codacons, la deregolamentazione delle attività commerciali non ha portato benefici: a Mi-Tomorrow spiega come si può correggerla.

Come trova la Milano d’agosto degli ultimi anni?

«Ci sono momenti di grande vuoto, non solo nel settore dei negozi ma anche negli ospedali, che dovrebbero essere orientati dall’Amministrazione comunale».

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Il discorso riguarda tutta la città?

«In centro il turismo porta spontaneamente gli esercizi a restare aperti mentre in periferia la situazione è diversa».

Cosa propone il Codacons per le realtà periferiche?

«I Municipi potrebbero strutturare sistemi in cui viene favorita l’apertura degli esercizi: si potrebbe così innescare un ciclo virtuoso perché più negozi e più luci significa meno solitudine, meno delinquenza e maggiore occupazione».

Come si fa a convincere i negozianti a tenere aperto l’esercizio in agosto?

«Con agevolazioni fiscali che potrebbero arrivare grazie ad un piano di organizzazione collettiva di cui fanno parte Comune e Regione. Come Codacons sosteniamo che bisogna creare presidi che possono essere realizzati con l’apertura dei negozi che consente la spesa sotto casa».

Alla chiusura dei negozi supplisce la grande distribuzione…

«Non credo che sia la soluzione, spero che si possa invece tornare al passato quando attorno ai negozietti si costruivano nuclei di vita, c’erano rapporti tra il negoziante e gli acquirenti che andavano oltre il fatto commerciale».

In agosto avete segnalazioni di difficoltà nel fare acquisti?

«Ne arrivano tante, soprattutto nella settimana di Ferragosto. Se uno è giovane le soluzioni sono più facilmente individuabili, i problemi sono per gli anziani, per chi soffre di patologie, per le donne: credo che su questi aspetti l’Amministrazione dovrebbe fare attenzione, il rischio della desertificazione esiste».

Cosa possono fare le associazioni del commercio?

«Le organizzazioni del territorio assieme a quelle di categoria potrebbero agire con lo spirito del mutuo soccorso, della solidarietà: si possono trovare iniziative e modalità per offrire una maggiore tutela ai cittadini, altrimenti ci sarà solo Amazon a dare risposte».

Il commercio, insomma, come via per creare socialità?

«O si costruisce un’identità o si crea solitudine, basta pensare alla comunicazione su internet: si può stare tutto il giorno sui social, ma è tutto virtuale».

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