Da ormai diverso tempo a Milano si assiste ogni settimana ad una serie di fuochi d’artificio notturni soprattutto nelle zone periferiche. Un fenomeno che sta continuando intensamente anche dopo i giorni intorno a Capodanno. Gli spettacoli pirotecnici però non sono sempre frutto di qualche goliardata da parte di gruppi di giovani. Dietro ai “botti” spesso e volentieri si nascondono segnali per la criminalità organizzata.
Fuochi d’artificio notturni, quando il carico arriva in città
Nella serie “Gomorra” quando il carico di droga arrivava nei quartieri i boss della zona facevano esplodere alcuni fuochi d’artificio notturni ai propri scagnozzi. Gli spettacoli pirotecnici erano da un lato un modo per festeggiare l’arrivo dei nuovi stupefacenti e dall’altro un mezzo per comunicare ai clienti la disponibilità di nuova merce.
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Certamente in questo caso stiamo parlando di finzione cinematografica, ma come spesso accade, registi e scrittori prendono sempre spunto dalla realtà. L’hinterland milanese inoltre non è nuovo a fatti del genere. Nel 2018 il rione Sant’Eusebio di Cinisello Balsamo balzò alle cronache proprio per l’attività pirotecnica settimanale che proveniva dalle case popolari Aler, area da sempre conosciuta come zona di spaccio.
Nonostante viviamo nell’era tecnologica per la criminalità organizzata i fuochi d’artificio notturni restano uno dei metodi più sicuri per comunicare l’arrivo di un carico di droga. Una situazione che si vede anche al di fuori di Milano: spesso e volentieri sulle notizie locali delle grandi città come Torino, Roma, Napoli si leggono storie molto simili.
I fuochi d’artificio notturni sono segnali evidenti e ormai conosciuti anche dalle Forze dell’Ordine. Tuttavia, i traffici continuano indisturbati. Anche utilizzando questi “segnali di fumo 2.0”.