Il giudizio immediato nei confronti di Alessandro Impagnatiello, il trentenne accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano a Senago, è stato fissato per il 18 gennaio davanti alla Corte d’Assise. Il gip Angela Minerva ha contestato al barman l’aggravante della crudeltà per le 37 coltellate inflitte a Giulia Tramontano alla schiena, al viso e al collo, con nove sferrate mentre la vittima era ancora viva.
Omicidio Giulia Tramontano: tra le aggravanti anche la premeditazione
Nel decreto di giudizio immediato, sono contestate anche le aggravanti del vincolo della convivenza, dei futili motivi e della premeditazione, quest’ultima inizialmente esclusa al momento della convalida del fermo. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo hanno evidenziato ricerche online di Impagnatiello su come ripulire tracce di bruciature dalla vasca da bagno e quantità di veleno per topi necessario per uccidere una persona, sostanza successivamente confermata dagli esami medico-legali su Giulia e il feto.
Omicidio Giulia Tramontano: se confermate le aggravanti ergastolo con accesso a programmi riparativi
Se confermate in Corte d’Assise, queste aggravanti potrebbero condurre Impagnatiello all’ergastolo, ma gli garantirebbero l’accesso ai programmi di giustizia riparativa, come previsto dalle nuove norme. L’accusa nei confronti del barman include anche occultamento di cadavere, poiché il corpo di Giulia è stato abbandonato a 700 metri dalla casa, e procurato aborto. L’autopsia ha rivelato la presenza della sostanza velenosa bromadiolone sia nel sangue e nei capelli di Giulia Tramontano che nei tessuti e nei capelli fetali, con un aumento della somministrazione nell’ultimo mese e mezzo. Impagnatiello è attualmente in custodia cautelare nel carcere di San Vittore e è difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia.