Un nuovo studio condotto dal Politecnico di Milano ha scoperto il mistero legato alle punte di inquinamento nell’aria di Milano durante l’inverno: la colpa è delle campagne circostanti.
Inquinamento: la metà delle polveri sottili arriva dalle campagne
Già da tempo diversi studi avevano evidenziato il legame tra le lavorazioni agricole e le punte di inquinamento nell’aria, soprattutto durante l’inverno. Ora, grazie a un’analisi dettagliata condotta dal Politecnico di Milano e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Chemosphere, si è scoperto che più della metà delle polveri sottili (PM10 e PM2,5) che gravano sull’aria delle città come Milano provengono dalle campagne circostanti.
Inquinamento: le concimazioni e i liquami creano il cocktail tossico
Lo studio ha evidenziato come le polveri sottili siano il risultato di una combinazione di fattori, tra cui il traffico pesante sulle autostrade e le tangenziali, la combustione di biomasse nelle caldaie delle abitazioni, e i composti azotati derivanti dalle attività agricole come concimazioni e spandimenti di liquami. Tutto ciò crea un cocktail tossico che viene poi “aspirato” dalle città attraverso i moti convettivi dell’aria urbana più calda.
A febbraio il picco più significativo di inquinamento nelle zone rurali
In particolare, i ricercatori hanno scoperto che l’effetto dell’agricoltura sulla concentrazione di polveri sottili è paragonabile a quello di altre fonti di inquinamento ben note, come gli impianti industriali e la rete stradale. Questo fenomeno è risultato particolarmente evidente durante il mese di febbraio, quando si sono registrati picchi di inquinamento più intensi proprio nelle zone rurali.
Per lo studio adottati dati satellitari e informazioni sulle colture fornite dalla Regione
Lo studio si è avvalso di un innovativo framework e di modelli data-driven che hanno permesso di valutare l’impatto delle diverse attività agricole sull’inquinamento atmosferico con una precisione senza precedenti. L’analisi ha coinvolto l’utilizzo di dati satellitari e modelli atmosferici insieme a informazioni sulle colture e sull’uso del suolo forniti dalla Regione Lombardia.
Il prossimo step è identificare le attività agricole più inquinanti
Questi risultati non solo forniscono una chiara comprensione dell’origine dell’inquinamento atmosferico nelle città padane, ma aprono anche la strada a nuove strategie per affrontare il problema. Grazie a questo approccio innovativo, sarà possibile identificare con precisione le attività agricole che contribuiscono maggiormente all’inquinamento e adottare misure mirate per ridurne l’impatto.
Il team di ricercatori è stato finanziato da Fondazione Cariplo
Il progetto di ricerca, denominato D-Dust (data-driven modelling of particulate with satellite technology aid), è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo e ha coinvolto un team di ricercatori del Politecnico di Milano e dell’Università dell’Insubria. I responsabili del progetto, Maria Brovelli e Daniele Oxoli, insieme ai loro colleghi, hanno sottolineato l’importanza di integrare dati non convenzionali nei tradizionali approcci di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico per affrontare efficacemente questa sfida ambientale sempre più pressante.