Una barca rovesciata e delle braccia che escono dall’acqua: Milano ricorda la strage di Lampedusa e commemora la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione con una installazione artistica alla Darsena. Si tratta di una barca ribaltata, su cui campeggia una scritta bianca su sfondo azzurro: “Strage di Lampedusa 3 ottobre 2013. Il Municipio 6 commemora le 368 vittime”.
Strage di Lampedusa, come nasce l’installazione
L’imbarcazione è infatti circondata da 368 crisantemi, uno per ogni vittima del naufragio, e numerose braccia di adulti e bambini che si alzano disperate verso il cielo. L’opera d’arte è stata prodotta e realizzata dalla società Kineticvibe con il contributo dell’artista Emiliano Rubinacci, dell’art director Beppe Treccia Iavicoli, il designer Matteo Rossi e il contributo di Giuseppe Gep Caserta.
Minniti: «Mar Mediterraneo ormai un cimitero»
«Le braccia che affiorano dall’acqua – ha scritto su Facebook Santo Minniti, presidente del Municipio 6 – danno un messaggio crudo ma vero. Una scena che siamo tristemente abituati a vedere nelle immagini che arrivano dal Mediterraneo e che ci trasmette un dovere: tendere la mano. Perché le braccia che affiorano dall’acqua sono persone che lottano per la propria vita, uomini, donne e bambini che l’indifferenza e le misure ideologiche contro i salvataggi in mare rischiano di trasformare in corpi morti, a riempire quell’enorme cimitero che è ormai il Mar Mediterraneo».
10 anni dalla strage di Lampedusa
La strage di Lampedusa è stata il naufragio di un’imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti avvenuto il 3 ottobre 2013 a poche miglia dal porto dell’isola siciliana. Il naufragio ha provocato 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, numeri che la pongono come una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo. I superstiti salvati sono stati 155, di cui 41 minori (uno solo accompagnato dalla famiglia). Il 13 febbraio 2015 la Corte d’Assise di Agrigento ha condannato a 30 anni di reclusione il somalo Mouhamud Elmi Muhidin, uno dei trafficanti organizzatori del viaggio.