«L’aumento della tassa di soggiorno a Milano sarebbe assolutamente necessario, non c’è ragione perché alla fine Roma possa avere una tassa di soggiorno doppia, non sono città così diverse dal punto di vista turistico». È quanto ha detto oggi, a margine di una inaugurazione, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, sulla decisione di aumentare la tassa di soggiorno nel capoluogo lombardo.
Tassa di soggiorno a Milano, cosa cambia da gennaio
A Milano, infatti, da gennaio 2024 aumenterà tassa di soggiorno. Si tratta di una variazione di 50 centesimi per gli alberghi a una, due e tre stelle, per residence a due, tre e quattro stelle, ostelli per la gioventù, case per ferie, campeggi e villaggi turistici. Per gli ospiti di case per vacanze e affitti brevi, bed and breakfast, locande, foresterie lombarde e affittacamere l’incremento è di 1,5 euro per notte. Per i clienti degli hotel da quattro stelle in su, la tariffa resta ferma a 5 euro, l’importo massimo consentito dalla norma nazionale.
Tassa di soggiorno a Milano, le richieste di Palazzo Marino
«Abbiamo provato a contenere, al di sotto del massimo consentito per legge, l’aumento della tassa di soggiorno per B&B e alberghi fino a 3 stelle – afferma l’assessore al Bilancio, Emmanuel Conte – non avendoci consentito il governo di spalmare il necessario aumento anche sui 4 e 5 stelle». Il Comune infatti aveva chiesto al governo anche di poter utilizzare gli introiti della tassa liberamente e non in modo vincolato come ancora succede ma dall’esecutivo non sono arrivate risposte.
Tassa di soggiorno a Milano a 10 euro, proposta bocciata
Per questo l’assessore Conte rinnova in una nota «la richiesta che le norme nazionali» rendano questa tassa «realmente uno strumento perequativo a disposizione degli enti locali tutti»». Un’altra richiesta del Comune che però è stata disattesa, e il sindaco Giuseppe Sala ne aveva parlato con il ministro Matteo Salvini, era di portare la tassa a 10 euro.