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01. 05. 2024 15:51

Torre dei Moro, a 500 giorni dall’incendio si riparte: ecco il nuovo progetto

Il percorso e le prossime tappe che porteranno alla rinascita della torre

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Finalmente, a distanza di 500 giorni dall’incendio che distrusse la Torre dei Moro lasciando per strada 80 famiglie e 34 minori, inizia il percorso di rinascita della stessa con un nuovo progetto. A comunicarlo è stato il Comitato Antonini 32, che ha annunciato la scelta da parte dell’assemblea condominiale del nuovo architetto: quest’ultimo avrà il compito di rendere da fotografica a fattiva una torre che, ad oggi, è ancora solo un render.

Torre dei Moro, il render del progetto definitivo
Torre dei Moro, il render del progetto definitivo

Torre dei Moro, ecco il nuovo progetto 

L’assemblea condominiale ha dato mandato all’architetto Marco Piva e al suo Studio, approvando la soluzione progettuale proposta: «Sono passati 500 giorni non certo 500 anni ma comunque ricorre una particolarità con il mito della Fenice simbolo di resilienza, di chi supera gli ostacoli e riparte con più forza. – si legge nella nota diffusa dal Comitato – continueremo il nostro impegno affinché la casa torni ad essere un luogo sicuro, sollecitando le istituzioni perché si ridefinisca il modello delle autorizzazioni e dei controlli sui materiali da costruzione dei progetti presentati».

Il nuovo progetto della Torre dei Moro: ecco i prossimi passi

Dopo 500 giorni dall’incendio che ha devastato il complesso della Torre dei Moro in via Antonini 32 a Milano, dunque, e, finalmente è arrivato il momento della ripartenza. Il progetto dell’architetto Marco Piva è stato preferito a quelli proposti da Stefano Boeri, dall’Atelier(s)AF517 dell’architetto Alfonso Femia, dello Studio Pura Lab dell’architetto Giovanni Bua e del Scandurra Studio Architettura dell’architetto Alessandro Scandurra. Ora, per prima cosa, servirà preparare un progetto esecutivo, rendere da semplice rendering la Torre un qualcosa di concreto, portare avanti i passi, sempre sulla carta, verso la vera esecuzione della stessa. 

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torre dei moro

Torre dei Moro, cosa significa la nomina dell’architetto Marco Piva 

Di certo, però, la nomina dell’architetto per il progetto di ricostruzione della Torre dei Moro è un grande passo, che consente ai condomini sì di voltare pagina, ma soprattutto di poter parlare di ripartenza e rinascita, dopo un anno fermi a causa prima di problemi legali, poi dell’opera di resistenza portata avanti dall’assicurazione che si è protratta fino al 13 ottobre. Si è perso molto tempo su aspetti non legati alla ricostruzione ma comunque dovuti.

Torre di Moro, ora la palla passa al Comune di Milano

Una volta ultimato il progetto esecutivo, la palla passerà in mano al Comune di Milano. Lì la commissione paesaggio dovrà dare il via libera ufficiale e le autorizzazioni necessarie affinché si possano far partire ufficialmente i lavori: il sogno del Comitato Antonini è quello di poter veder i primi ponteggi già nel mese di maggio, anche se un’ipotesi più verosimile potrebbe essere quella di averli prima dell’estate. Di certo Milano ha tutto da smenarci nel protrarre questa situazione: in previsione delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, la zona non può essere lasciata così; non conviene a nessuno e, oltretutto, il Comune non dovrebbe fare nulla, dal momento che si tratta di soldi di privati per lavori privati. 

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Torre dei Moro, il buco legislativo che va risolto

Di certo la vicenda della Torre dei Moro lascia aperti anche dei problemi legislativi che andrebbero risolti il prima possibile: la legge sui condomini, infatti, non prevede una norma che dia una direzione univoca in situazioni come questa; un’emergenza incredibile dove le difficoltà maggiori sono derivate dalla mancanza di strumenti che possano aiutare le famiglie; anche il Comune di Milano ha fatto quello che ha potuto, ma senza norme che indichino la possibilità di poter aiutare persone coinvolte in una situazione come questa, è assai difficile. Senza dimenticare, inoltre, il problema dei mutui che sono ripartiti: alcune banche hanno optato per una proroga, altre hanno invece deciso di fermarsi solo per un anno e quindi ora chiedono nuovamente i soldi ai condomini. Non ci sono norme a riguardo a differenza di quanto avviene, ad esempio, per le persone terremotate dove è presente un protocollo da seguire. Anche se il dolore, i problemi e la speranza in un futuro migliore sono cose che accomunano tutti.

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