Alessandro Giungi, da Milano a Cortina in ebike, ecco il resoconto della quarta tappa. Partiamo da Bolzano alla solita ora mattiniera delle 8. E lasciamo alle nostre spalle una città che ci ha stupito per la sua bellezza e con un grande livello di accoglienza, a partire dall’albergo, chiamato Kopling, che ci ha ospitato a prezzi modici e che oltre a essere attaccato al centro storico di Bolzano, durante l’anno diventa uno studentato per studenti universitari. Bolzano è anche la “casa” di alcune birre molto buone, in particolare la Forst, prodotta proprio in Alto Adige, nel piccolo paese di Foresta. E allora a cena una Forst non è potuta mancare, assieme ai tipici canederli altoatesini, gnocchi di pane raffermo conditi con speck e cotti in brodo. Avremmo ovviamente dovuto fermarci qui in previsione della scalata di oggi ma come avremmo potuto dire di no allo stinco?
Alessandro Giungi, da Milano a Cortina in ebike, il resoconto della quarta tappa
E così siamo drammaticamente appesantiti e se fino ad ora è stata una piacevole, anche se lunga e assolata pedalata tra boschi, città, laghi e fiumi, oggi è arrivato il momento di provare a raggiungere alcune cime delle Alpi, che fino ad ora hanno osservato il nostro viaggio con spirito amichevole, regalandoci sempre giornate stupende… Comunque va sempre tenuto presente che io e Alessandro ci muoviamo in e bike, quindi decisamente agevolati rispetto a un ciclista normale. Ma la nostra non è e non vuole essere un’impresa sportiva ma un modo per ricordare che anche a 50 anni si può fare un viaggio un po’ “incosciente” ma molto divertente. E la bellezza di questo modo di viaggiare è anche quella, come ho già scritto, che si incontrano tante persone con cui condividere storie di viaggi e di vie.
Il tour in solitario di Paola
E infatti, durante la colazione in albergo, incontriamo Paola che dopo aver fatto la Via Francigena fino a Roma in e bike con un’amica è ora impegnata in un tour in solitaria sull’arco alpino. Un incontro davvero interessante che fa già venire voglia a me e Ale di pianificare una nuova avventura proprio sulla Via Francigena, affrontando così lo scoglio della temibile Cisa…ma è ora di ripartire! Direzione Brunico, passando per Bressanone. 90 chilometri impegnativi, soprattutto gli ultimi 30 che presentano dislivelli davvero notevoli a vederli sulla cartina. Entriamo subito nella pista ciclabile che avevamo abbandonato ieri e subito si apre ai nostri occhi il solito paesaggio da fiaba: prati, montagne, fiori con lunghi passaggi dentro il bosco. E ogni volta è bello rimanere stupiti dall’organizzazione e dall’attenzione per i ciclisti: lungo il percorso è infatti possibile incontrare strumenti per riparare eventuali danni alle biciclette (cacciaviti, chiavi inglesi) assieme a un compressore portatile per gonfiare le gomme.
Bressanone, caffé e strudel
Dopo 3 ore di pedalate arriviamo a Bressanone ed è obbligatorio fare un giro della città, di cui apprezziamo moltissimo la piazza del Duomo e il mercatino che riempie le vie di turisti. Il tempo di un caffè e di una fetta di strudel (come rinunciarci?) e siamo di nuovo in sella. Ci aspetta Brunico! Ma dopo pochi chilometri il primo vero intoppo di tutto il tour: una macchina con a rimorchio un enorme roulotte ha provato a entrare in un sottopasso più stretto della roulotte e si è incastrato…quindi rimaniamo tutti ad aspettare che in qualche modo riesca a liberarsi e ci blocchiamo per 20 minuti in uno dei pochissimi punti in cui non c’è la pista ciclabile. Non c’è più Lucifero a pedalare con noi ma il caldo è comunque opprimente ed è bellissimo fermarsi a una fontana per riempire la borraccia e sentirsi dire da un signore che sta passando lì vicino: “Bevi, bevi che è questa è l’acqua più buona della Val Pusteria!”
La Val Pusteria
Eh già! Siamo ormai in Val Pusteria… Brunico si avvicina e dopo 95 chilometri riusciamo ad arrivarci, un pochino boccheggianti ma appena entriamo in città rimaniamo a bocca aperta davanti al castello che sovrasta Brunico. E poi ci rechiamo al cimitero di guerra che ospita tanti soldati uccisi durante la prima guerra mondiale, a prescindere dalla nazionalità e dalla religione. È un luogo tenuto in maniera impeccabile e che obbliga a riflettere sulla follia della guerra. Ormai ci siamo: domani è il momento di provare a arrivare a Cortina! Questa sera magari ci teniamo leggeri a cena…o almeno ci proviamo….
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