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29. 04. 2024 09:15

Enea: ma dove sono i papà?

Nessuno si interroga sul ruolo dei padri

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Per parlare lucidamente di cosa sta succedendo a Milano negli ultimi giorni – dopo Enea, un altro bambino è stato abbandonato a Milano, stavolta non nella Culla per la vita della clinica Mangiagalli – bisogna fare un’operazione complessa. Uscire dai luoghi comuni di un bambino abbandonato da una madre ‘in difetto’, per qualunque motivo, ed entrare dentro due storie che stanno riportando al centro dell’attenzione un tema da anni rimasto sotto il tappeto.

Ogni anno in Italia, tramite il parto in anonimato, nascono 173 bambini (dati del 2021). Diverso il caso di Enea, che è stato invece lasciato alla culla della Mangiagalli, dove non si registrava un evento dal genere dal 2016. Si tratta del terzo caso in sedici anni in cui esiste questa possibilità. Di questo stiamo parlando e non di un fenomeno frequente come può apparire dopo la ridondanza della notizia data dai media. In questo contesto l’intervento di Ezio Greggio appare fuori luogo.

Anzitutto perché accende i riflettori su una vicenda privata, che rimane anonima ma prende rilevanza nazionale, lasciando al pubblico chiedersi che tipo di genitori possono essere quelli che, anche per problemi economici, abbandonano il proprio figlio. Abbiamo scritto volutamente genitori – e non solo madre – perché nel video di Ezio Greggio manca proprio l’appello al papà. Nessuno in questa storia si sta interrogando sul ruolo del padre che ha messo al mondo il piccolo Enea, mentre i messaggi di ripensamento sono solo verso la madre.

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Pur apprezzando il nobile gesto di Greggio, che si è proposto di aiutare economicamente, tramite la sua fondazione, la mamma di Enea, sfugge completamente dal dibattito pubblico che questo bambino avrebbe anche un papà. Una storia che spiega bene, ancora una volta, il ruolo che la nostra società impone alle madri, scaricando su di loro compiti e doveri nella crescita di un bambino. Dimenticandoci che anche i papà avrebbero gli stessi impegni.

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