Il bello di queste giornate, di queste imprese titaniche per il nostro sport, è che rendono tutto più limpido e comprensibile agli occhi di chi tifa e – penso – anche di chi critica.
Jacobs e Tamberi, simboli di quella voglia di riscatto tutta italiana
Premesso che l’errore principale viene sempre compiuto dalla categoria di cui – a volte ahimè – faccio parte, per cui per una settimana il titolo su cui cavalcare è stato che questa truppa non fosse in grado di vincere gli ori (siamo già a un passo dalle medaglie di Rio 2016, per dire), in pochi hanno pensato che – come per tanti di noi il periodo pandemico è stato fonte di perdite, sofferenze, riflessioni, anche imbarbarimento -, per atleti come Tamberi e Jacobs è senz’altro servito per fare quadrato, per concentrarsi su obiettivi apparentemente impossibili. Per capire che ce l’avrebbero potuta fare.
La storia di Tamberi è, per certi versi, simile a quella recente della nostra Nazionale di calcio: Gimbo fuori alla viglia di Rio e cinque anni per riprendersi tutto, l’Italia fuori dai Mondiali e cinque anni – da Europeo a Europeo – per costruire un percorso che, ne sono certo, è solo all’inizio. E poi Jacobs, beh, che dire: re della gara regina, il primo nella storia con il record europeo.
È bellissimo, Italia. È bellissimo quando rendi possibile l’utopico. Siamo noi, da sempre. E in quest’estate 2021, l’estate del riscatto, se stiamo riscoprendo l’euforia è anche grazie alle imprese che è in grado di regalarci il nostro sport. Due ori in dieci minuti. Evviva!