Viene considerata l’unica città italiana di respiro europeo e questo “ambire ad assomigliare a qualcosa che non siamo” è parte intrinseca dell’essere italico. Ma la bellezza del “modello Milano” va oltre il dover assomigliare a qualcos’altro.
Sta nel fatto che qui, su molti fronti, siamo davvero un’eccellenza. Insomma, a volte le critiche riservate alla Madonnina sono eccessive, soprattutto quando si ignorano quelle cose meramente copiate all’estero proprio su “nostra” spinta.
Qualche esempio? La raccolta differenziata a Milano e in Lombardia è stata presa a modello sia a New York che in Cina. Nel quartiere di Stuyvesant Town spopola la fornitura di sacchetti biodegradabili e di bidoni della raccolta davanti a casa, con il risultato che la raccolta di rifiuti organici è quadruplicata.
Atm resta il suo know-how all’estero, vantando collaborazioni con Mosca, Atene e Rio de Janeiro. Senza dimenticare la gestione della metropolitana di Copenaghen, fino al 2015. E poi c’è la moda: un lavoro di artigianato, la ricerca costante del bello. Un bello che viene poi esportato e che rende la città celebre in tutto il mondo.
È quel classico aspetto di cui noi milanesi non ci accorgiamo finché non viaggiamo per l’Europa e ci imbattiamo nelle nostre scarpe, nelle nostre giacche, nei nostri pantaloni. Parla l’eleganza che indossiamo senza saperlo, perché si siamo nati dentro. Parla la nostra milanesità. E scusate se è poco.