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03. 05. 2024 12:43

Nuove economie in città: dal gin alla calligrafa, le attività commerciali a Milano si fanno micro

Da 4 a 25 metri quadri, quattro minuscole attività commerciali milanesi dislocate in altrettanti quartieri vanno avanti grazie alla grande all’unicità, alla passione e a un pizzico di incoscienza dei loro titolari: prima puntata del nostro speciale itinerante verso le nuove economie della città

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Cosa hanno in comune una distilleria, un panificio, un negozio di dischi e una bottega calligrafa? I metri quadrati, o meglio, le micro-dimensioni. Tutte queste attività commerciali sono nate e continuano a prosperare grazie alla passione dei titolari (spesso artigiani) e alla volontà di comunicarla ai clienti in una Milano sempre più invasa da realtà macro, ovvero da grande catene di negozi tutte uguali. Ognuna di queste realtà ha resistito alla pandemia (o addirittura c’è chi ha aperto proprio in questi anni incerti), all’inflazione, all’aumento del costo dell’energia e alle trasformazioni tecnologiche.

Di recente il Comune di Milano e la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, per favorire piccole realtà di quartiere come queste hanno lanciato il progetto Su la cler che, per i non milanesi doc, significa “alza la serranda”. Si tratta di un’iniziativa per proporre spazi commerciali a canone agevolato per micro e piccole imprese locali, creare lavoro e animare i quartieri con un positivo impatto sociale, facendo così incontrare la domanda e l’offerta fra proprietari e gestori di attività al dettaglio. La sperimentazione partirà su 22 spazi nei quartieri Ripamonti, Crescenzago, Niguarda, Merezzate e Varesina e prevede anche la possibilità di usufruire di servizi gratuiti per aprire, consolidare o espandere la propria attività. Basta presentare, entro il 30 aprile, la propria candidatura attraverso la pagina web sulacler.it. Ma torniamo ai nostri quattro negozianti, che la cler l’hanno alzata prima e al di là di questo utile progetto. Ecco le loro storie.

Attività commerciali a Milano, la distilleria: «I nostri gin in quattro metri quadri»

GinO12 distillery è la distilleria più piccola del mondo. I titolari: «Offriamo centosettanta etichette da tutto il mondo»

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Federica Ghizzardi

Nello storico vicolo dei lavandai c’è una finestrella, dietro la quale si cela GinO12 distillery, la più piccola distilleria al mondo: 4 metri quadri. Agli alambicchi, Fabio Arcadipane e Giacomo Ducoli, rispettivamente mastro distillatore e distillatore, che hanno ideato oltre 20 tipi di gin homemade e soddisfano i gusti più disparati dei clienti creando ad hoc bottiglie personalizzate.

GinO12
Giacomo Ducoli, GinO12

Quando e come è nata l’idea di aprire l’attività?
«Il punto di partenza è GinO12, il primo gin bar di Milano nato nel 2015. Abbiamo iniziato con 40 etichette di gin da tutto il mondo, ora siamo arrivati a circa 170, con un’ottima scelta di etichette italiane. Durante la chiusura forzata del primo lockdown abbiamo acquistato la prima macchina, Gina: dopo tanti esperimenti, prove e fatica siamo riusciti a creare i nostri quattro blend principali e un London dry. I clienti erano entusiasti, tornavano al bar e chiedevano i gin fatti da noi e, così, abbiamo aperto un sito dov’è possibile creare da soli il proprio gin, scegliendo la ricetta, le botaniche, l’intensità di ogni botanica e personalizzando anche la grafica dell’etichetta. La scorsa estate abbiamo aperto la micro distilleria di quattro metri quadri: una “finestrella” sul vicolo dei Lavandai che ora ospita un’altra macchina, la Bietta».

Perché micro è meglio di macro?
«Innanzitutto, il rapporto con il cliente, perché in tanti passano anche solo per curiosare, poi dalla curiosità si passa a un assaggio. Sono affascinati dai macchinari o dagli attrezzi un po’ da chimico e ci chiedono come funzionano, oppure, vogliono creare un gin su misura e desiderano annusare le spezie o qualche consiglio sulla ricetta. Inoltre, considerati i costi degli affitti in zona, come mi insegna il mio capo Alessandro Pasqualotto: micro è molto più conveniente».

Quali sono i gusti dei milanesi?
«Il gin è una bevanda che, grazie alla vastissima quantità di botaniche e alle spezie che cambiano a seconda della stagione, può assumere le caratteristiche e i gusti più variegati. Ognuno può creare un prodotto unico e le combinazioni sono davvero tantissime».

GinO12
Alzaia Naviglio Grande, 12
4 metri quadri
gino12distillery.it

Attività commerciali, il panificio: «Tutto sotto gli occhi del cliente»

Matteo Trapasso, giovane titolare del micro panificio più piccolo d’Europa, TraMa: «I milanesi cercano la qualità»

Katia Del Savio

Lo scorso novembre in via Stoppani 30 ha aperto il panificio più piccolo d’Europa. A questa “follia” ha pensato Matteo Trapasso, venticinquenne monzese che a Milano ha finalmente realizzato il suo sogno di fare il panettiere in proprio. In poco più di otto metri quadrati Matteo impasta, inforna e serve pane, focacce e torte. In questo spazio possono entrare uno, al massimo due persone alla volta. Un modo, per Matteo, anche per guardare in faccia il cliente, raccontare delle materie prime e del metodo di lavorazione del pane che sforna con tanta gioia, ascoltando la “musica” che la crosta suona quando il pane è appena sfornato.

trama panificio
Matteo Trapasso, TraMa

Quando e come è nata l’idea di aprire l’attività?
«Dopo aver frequentato l’istituto alberghiero e aver fatto degli stage in ristoranti e panifici ho capito che il panettiere sarebbe stato il mestiere che mi avrebbe reso felice. Poi l’idea di TraMa è nata un po’ per caso: volevo un food truck, ma ho capito che in Italia non sarebbe stato facile portare avanti questa idea, così ho iniziato a cercare locali piccoli e dopo aver trovato questo in via Stoppani me ne sono innamorato follemente. In origine c’era anche una scaletta, l’ho ristrutturato (e dipinto di un rosso acceso) per adattarlo alle esigenze del mio panificio, dove propongo pane realizzato con pasta madre. Il resto è storia».

Perché micro è meglio di macro?
«Perché è essenziale e trasparente. Essendo fatto tutto sotto gli occhi del cliente si ha la possibilità di mostrare cosa c’è dietro questa magnifica arte. Anzi, davanti. Ho installato macchinari di ultima generazione, acquistati anche grazie a un crowdfunding».

Quali sono i gusti dei i milanesi?
«C’è sempre più ricerca di una certa qualità, sempre più voglia di tornare a mangiare il pane come quello di una volta, con sapori genuini e che ti racconti una storia. Una storia che comincia dalla terra dove si coltiva il grano, prosegue nei mulini dove diventa farina e termina in panificio, dove si trasforma in magnifico pane. Se già da fuori dal negozio senti il profumo vuol dire che il pane è buono». KDS

TraMa
Via Stoppani, 30
8,87 metri quadri
IG trama_micropanificio

Attività commerciali, il negozio di dischi: «Da trent’anni la colonna sonora di Milano»

Maurizio Tomasi con il suo Joker “spaccia” musica nel quartiere Bande Nere: «La mia clientela a volte è più preparata di me»

Piero Vassallo

La fruizione dei contenuti in streaming dilaga anche nel mondo della musica rendendo la vendita di CD ed LP una realtà sempre più di nicchia. C’è chi però resiste anche ai tempi che cambiano, ritagliandosi il proprio spazio tra i grandi appassionati: è il caso di Joker, il più piccolo negozio di dischi di Milano, situato in viale Pisa e che da quasi 30 anni è il “regno” del titolare Maurizio Tomasi.

Joker
Maurizio Tomasi, Joker

Come e quando è nata l’idea di aprire l’attività?
«È iniziato tutto quando ero molto giovane: all’epoca frequentavo un gruppo di ragazzi che ascoltavano tanta musica, soprattutto elettronica, e questo ha contribuito a farmi appassionare. Quando ho cominciato a cercare lavoro, casualmente ho trovato impiego in questo negozio di dischi – esistente già all’epoca – che era alla ricerca di un dipendente. Dopo un anno e mezzo ne sono diventato socio e due anni e mezzo più tardi ho rilevato l’intera attività. Ormai sono qui da 27 anni e fino a quando resisto vado avanti».

Perché micro è meglio di macro?
«Possedere una micro attività all’interno di una città come Milano ha senza dubbio i suoi lati positivi, ma anche risvolti negativi. Essere in proprio ti permette di gestirti a tutto tondo e di essere l’unico responsabile di te stesso, avendo anche la possibilità di ritagliarti del tempo personale. Di contro ti tocca sempre lavorare, anche la domenica o fino a tarda sera. In più con un piccolo negozio ti mancano delle tutele che invece hai in delle grandi realtà».

Quali sono i gusti dei milanesi?
«Devo dire che la mia è una clientela molto preparata e competente, a volte anche più di me. Chi viene qui a comprare ama scavare tra i dischi, è gente con grandi conoscenze musicali, che ricorda a memoria formazione e scioglimento dei vari gruppi. I gusti sono molto ampi: si va dal funky alla disco, dal soul al rock progressivo. Lo zoccolo duro è quello che ama la musica degli anni Settanta ma c’è un interesse a 360 gradi. Sono a contatto con persone che possiedono una straordinaria quantità di dischi e proprio per questo spesso si lanciano in qualcosa di diverso per scoprire delle novità».

Joker
Viale Pisa, 45
21 metri quadri
02.96.84.99.74

Attività commerciali a Milano, la calligrafa: «La calligrafia è un’arte per tutti»

Dal 2015 Ketty Agnesani ha una piccola bottega sulla Martesana dove lavora per aziende di moda e privati: «Il dialogo con i clienti è fondamentale»

Anna Cecconello

«Voglio far capire che la calligrafia è un’arte bellissima al servizio di tutti, non solo di aziende e sposi», esordisce così Ketty Agnesani, proprietaria dell’unica bottega lungo il Naviglio Martesana. La vetrina colorata attira l’attenzione dei passanti che, sbirciando all’interno, vedono le sinuose linee create su buste, taccuini e lettere. Ketty riceve su appuntamento.

calligrafa
Ketty Agnesani, calligrafa

Quando e come è nata l’idea di aprire l’attività?
«Da ragazza avevo seguito dei corsi di calligrafia perché mi piaceva molto scrivere e lo facevo tantissimo, poi l’avevo accantonata. Nel 2007 ho aperto la bottega come mosaicista, riuscendo tuttavia a riprendere in mano i libri e quaderni che avevo da parte. Ho studiato per più di un anno prima di iniziare a proporre dei lavori. Poi tutto si è ribaltato. La calligrafia è diventata sempre più importante, finché nel 2015 ho deciso di dedicarmici appieno: così ho riallestito la bottega per questa attività».

Perché micro è meglio di macro?
«Per come intendo il mio lavoro, non potrei mai essere “macro”. Ho commissioni da parte di case di moda o brand del lusso per scrivere inviti a eventi, con loro c’è un rapporto commerciale ma non empatico. Lavoro soprattutto per privati e c’è davvero tanta preparazione prima della scrittura: un dialogo con il cliente o la coppia per capire i loro desideri, un vero percorso. Voglio far capire, inoltre, che la calligrafia non è un’arte elitaria: per questo propongo oggetti che tutti possono permettersi come segnalibri, biglietti e taccuini. Se lavorassi solo per le aziende si perderebbe l’unicità della mia bottega».

Quali sono i gusti dei milanesi?
«Il milanese di solito segue le mode. Chi arriva da me invece è uno spirito libero: vuole qualcosa di non convenzionale, che abbia un’anima dentro e sia unico. Rispetto ai primi anni, ho notato un deciso aumento dell’interesse per il mondo della scrittura: ci si è resi conto di come tutto sia effimero e proprio avere qualcosa di fatto a mano, pensato solo per te, assume un valore speciale».

Ketty Agnesani
Via Tofane, 3/B
25 metri quadri
IG kettyagnesani_calligrafa

Attività commerciali, i numeri

821.000
le aziende italiane che sono micro-imprese (due terzi del totale)

21,2%
la percentuale dei lavoratori lombardi impiegata in micro imprese

67,7%
la percentuale delle imprese di Milano controllate da una persona fisica o da una famiglia

-9%
la percentuale delle imprese del commercio al dettaglio (non alimentari) a Milano dal 2019 al 2023

-8%
la percentuale delle imprese del commercio al dettaglio (alimentari) a Milano dal 2019 al 2023

+5%
la percentuale delle imprese legate al comparto “movida” a Milano dal 2019 al 2023

Fonte: Istat / Assolombardia / Confcommmercio Milano Lodi Monza Brianza

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