A Milano (e hinterland, non dimentichiamolo) continua a far discutere l’aumento dei prezzi dei biglietti Atm per i mezzi pubblici. Poche settimane dopo aver inaugurato in pompa magna (e in grande ritardo sulla tabella di marcia) le prime tanto attese fermate della nuova M4, è arrivata la temuta mazzata.
Biglietti Atm, l’aumento della discordia
I biglietti da 2 euro sono già un lontano ricordo. E i cittadini, che già stanno facendo i conti con uno dei momenti storici più ricco di rincari della storia, non possono fare altro che chiedersi il perché, anche alla luce di problemi strutturali permanenti e, quindi, apparentemente irrisolvibili.
Nodo biglietti Atm, rimpallo di responsabilità
Nel mirino l’amministrazione comunale, con il sindaco Sala che ha prontamente “scaricato” sul Governo: «Milano va avanti, ma i contributi no. Dal 2011 a oggi abbiamo perso 25 milioni di contributi statali a fronte di quasi 27 chilometri in più di solo trasporto sotterraneo. E le proiezioni prevedono che nel 2024, quando sarà terminata la M4 con i suoi 15 chilometri, le risorse destinate al Comune di Milano diminuiranno ancora. È evidente che così non si riesce ad andare avanti e mi aspetto dal governo (…) che il finanziamento statale del trasporto pubblico tenga conto dei progressi che si registrano nelle diverse città».
Biglietti Atm: e i pendolari?
Si è parlato molto dei 2,20 euro per il costo dei biglietti urbani, ma in pochi hanno sottolineato l’aumento delle fasce extraurbane. Tradotto: anche tutti i pendolari hanno subito lo stesso “film” di adeguamento. E se gli abbonamenti saranno anche rimasti invariati, i venti centesimi in più per singolo ticket, di questi tempi, non sono certo pochi per chi vive di spostamenti quotidiani, spesso su mezzi non all’altezza della città che ci raccontano.
