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03. 05. 2024 02:10

Borseggiatrici e video virali, perché non ha senso scomodare squadrismo e obiettività giornalistica

Chi ci segue su Instagram sa che ieri siamo entrati in un piccolo “caso politico”

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Chi ci segue su Instagram sa che ieri siamo entrati in un piccolo “caso politico” legato a una vicenda per cui, da tempo, ci battiamo insieme a MilanoBellaDaDio: la libertà del clan (perché di questo si tratta) di borseggiatrici di agire pressoché indisturbate nelle metropolitane di Milano. Sono tante, di lungo corso potremmo ormai dire. Ma soprattutto sono sempre più stanziali dove i turisti e la folla si aggregano con maggiore facilità.

Borseggiatrici, il caso politico

Ebbene, non è il nostro obiettivo tornare ora sullo scambio dialettico (che potete vedere nel post Instagram che vi alleghiamo) con la consigliera comunale Monica Romano, intanto perché uno scambio dialettico di punti di vista è nella natura libera e democratica della nostra legislazione e poi perché con Romano – come vedrete dai messaggi – è stato tutto pressoché chiarito in termini decisamente cordiali.

 

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Borseggiatrici, il problema a Milano

Resta solo un grande “però”. Anzi due, se vogliamo. Perché se i toni con la consigliera Dem sono rientrati, il problema borseggiatrici non si è certo spostato. Nemmeno di una virgola. E spiace leggere e rileggere quella parola “squadrismo” relativamente ad una pratica – come quella di registrare video senza l’approvazione dei “ripresi” – che evidentemente non rientra nelle azioni lecite che la cittadinanza può compiere a sua difesa, ma che al momento rappresenta l’unico tentativo di far emergere un problema sempre più annoso a Milano. Con tanto di ringraziamenti reiterati da parte di alcune vittime scampate per un soffio all’agguato di turno.

borseggiatrici striscia la notizia

Borseggiatrici, conclusioni

Mi ha scritto un collaboratore di Mi-Tomorrow ieri sera: «Se certi politici usassero la stessa energia che impiegano a contestare i giornali per fare delle cose, forse sarebbe meglio». Difficile dargli torto. Quello stesso torto che, invece, Romano ha quando parla di informazione «orientata». Orientata da che cosa, esattamente? Ci sono problemi sotto gli occhi di tutti, poi è chiaro che ci siano modi e modi di affrontarli. Modi che, però, si moltiplicano quando non sono le istituzioni ad intervenire tempestivamente. Se poi l’una o l’altra fazione politica cavalca uno “scivolone” della controparte, credo sia venuta l’ora di smitizzare il paradigma per cui l’informazione di una testata libera (da dieci anni su carta e online) possa rappresentare l’ennesimo alibi di chi è al governo di un territorio.

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