Cambiamenti climatici e cura del verde: perchè sono collegati
E allora ci siamo interrogati sul perché chiedendo ad esperti del verde. E lì l’amara sorpresa che induce ad uno spunto di riflessione perché abbiamo scoperto che sono anni che gli agronomi invano suggeriscono di migliorare la cura del verde, soprattutto di quello pubblico.
Il loro timore nasce dalle conseguenze dei lavori stradali perché modificano la resistenza degli alberi indebolendo le radici, a volte addirittura tranciandole. Quando infatti intervengono togliendo tutto l’apparato radicale tolgono tutto ciò che aiuta la resistenza della pianta alle spinte del vento.
Certo la pianta vive perché ha l’altra parte, l’apparato verticale intatto, e ad un occhio inesperto appare in piena salute, ma la parte dove è stato scavato viene eliminata e quindi l’albero con queste forti raffiche cede nel punto, sul lato dove le radici sono state tagliate o comunque rese deboli dall’asfalto e dal calpestio.
Ecco perchè si sarebbe dovuto procedere ad una diversa modalità delle potature proprio perché il clima è cambiato e davanti alle forti raffiche di vento che ormai sono diventate la nuova normalità bisognerebbe tagliare le piante facendo prevenzione con potature che mettano in sicurezza il verde. E la salute pubblica.
Come tante cassandre gli appelli degli agronomi sono stati invece ignorati e nella città che vorrebbe appuntarsi la spilla di metropoli più green d’Italia oggi decine di alberi sono da buttare.
Forse però una lezione davanti a tutta questa devastazione c’è: finalmente ci renderemo conto che prima di piantare nuovi alberi o “forestare” Milano, sarebbe opportuno fare una manutenzione adeguata ad alberi che ormai hanno più di cinquant’anni.
E oltre a questo, riflettere sulle politiche urbanistiche degli ultimi anni tese solo a cementificare il nostro territorio con il risultato di aumentare l’effetto di isola di calore della nostra città.
I cambiamenti climatici li conosciamo ormai da quasi un decennio eppure, come scriveva l’antropologo francese Marc Augé, morto ieri, siamo sempre concentrati sul presente e non riusciamo a vedere il futuro.