Mangiare a Milano (per non dire abitarci) è sempre più una cosa da ricchi. Ce ne rendiamo conto tutti i giorni, facendo lo slalom abilmente tra offerte nei suppemercati, all you can eat più o meno gustosi e menu a prezzo fisso in bar neanche degni d’essere chiamati ristoranti. Ma anche per chi se la passa meglio dell’italiano medio certi prezzi sono fuori mercato e lo denuncia sfogandosi sui social. L’ultimo a farlo è stato Jonathan Bazzi.
Mangiare a Milano, il caso Jonathan Bazzi
Lo scrittore milanese laureato in Filosofia con una tesi sulla teologia simbolica in Edith Stein e appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere si è concesso un pranzo fugace in una non meglio nota panetteria/gastronomia, in zona Porta Venezia. In compagnia di un’altra persona ha ordinato due piatti take away con foccaccia, mozzarisella, involtini e fiori di zucca. Il problema è stato il conte finale, di 43 euro.
Mangiare a Milano, i commenti
Per i più scettici, Bazzi ha anche postato lo scontrino, che ha comunque diviso i suoi tanti followers. Alcuni gli hanno dato ragione consigliando di metterci tutti quanti a dieta e lamentandosi a loro volta dei prezzi meneghini, ma altri gli hanno anche consigliato altri posti dove spendere meno o anche di non lamentarsi visto che non era stato obbligato a mangiare in quel posto.
Mangiare a Milano, i costi
Al di là del caso specifico, è evidente che il Covid e la guerra in Ucraina hanno portato a un aumento vertiginoso dei costi. Se anche i tanto in voga sushi all you can eat hanno alzato i prezzi, non c’è da stupirsi che lo abbiano fatto anche i locali dove la qualità di base è anche differente. Milano è cara, in tutto e per tutto, non solo in centro e non bisogna stupirsi se alla fine oltre ad andare a vivere fuori città ci abitueremo a fare la spesa e a mangiare fuori dai confini del Comune.
