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15. 05. 2024 17:53

Salone del Mobile, a tu per tu con Maria Porro: «Un’esposizione più fluida con 2 mila punti di vista»

A tu per tu con la presidentessa del Salone del Mobile: «Fare sistema è importante per crescere»

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Maria Porro dal 2021 è presidente del Salone del Mobile, ma è da sempre nel mondo del design in quanto la Porro S.p.A è un marchio storico fondato dal bisnonno Giulio nel 1925.

Salone del Mobile, intervista alla presidentessa Maria Porro

Come si presenta l’edizione 2023?
«C’è un nuovo layout: abbiamo pensato un’esposizione su un unico livello con 2mila espositori, senza la divisione classica degli scorsi anni».

E’ un open space?
«Diciamo che sarà un’esperienza diversa, più fluida, dove le aziende possono esprimere la loro idea dell’abitare».

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Altre novità?
«Voglio citare Euroluce, quattro padiglioni dedicati alla città ideale della luce con spazi pubblici, musei, opere d’arte, librerie, ristoranti. Poi segnalo la mostra di Gaetano Pesce e la tavola rotonda Design where are you going, dove si confrontano scuole diverse tra loro come quelle di Eindhoven Shanghai e New York».

Si può individuare un tema comune?
«Ci sono 2mila punti di vista che si esprimono in anteprima, è un grande test, un momento di lancio in cui è possibile individuare le nuove tendenze».

Proviamo ad anticiparne qualcuna.
«Ci sarà una grande attenzione per i materiali naturali, l’ecodesign, il workplace ovvero l’innovazione degli uffici».

Siamo tornati ai livelli per pandemia?
«I dati della biglietteria ci dicono che siamo tornati a essere un evento globale diventato un riferimento anche per nuove realtà del design come l’India, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita».

Cosa rappresenta Milano per il design?
«Milano è la città del design, sta conoscendo un grande sviluppo e qui si esprime da sempre questa grande tradizione».

Parliamo del Fuorisalone, sinora lo avete un po’ snobbato…
«Questo giudizio non vale per me che da vent’anni espongo al Fuorisalone. Abbiamo una matrice comune, loro fanno un grande lavoro, forti investimenti, c’è una grande dimensione creativa e una coinvolgente convivialità».

Sta dicendo che siete due realtà che possono andare d’accordo?
«Certo, a patto che sia chiaro che si tratta di dimensioni differenti: il Salone è il motore, il Fuorisalone è il palcoscenico di grande creatività, se non si perde questo focus si può andare avanti supportandoci a vicenda».

E’ un messaggio anche per la città?
«Riuscire a fare sistema è importante per crescere».

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