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Milano
06. 05. 2024 22:44

Fine Ramadan, centinaia di fedeli radunati alla moschea abusiva di via Cavalcanti

La denuncia dei consiglieri Piscina e Sardone: «Va sgomberata, ci vuole rispetto per la legalità»

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Fine Ramadan a Milano anche in via Cavalcanti, dove in centinaia si sono radunati in quella che è di fatto una moschea abusiva, situata in un seminterrato di quasi 500 metri quadri e che dall’autunno del 2014 è stato riutilizzato dall’associazione islamica Bangladesh Cultural and Welfare Association, come luogo di culto nonostante sia accatastato magazzino otto metri sotto il livello del suolo.

Moschea abusiva, la denuncia di Piscina e Sardone

«Non hanno pace i residenti di via Cavalcanti 8. Nonostante i processi, le sentenze e le promesse del Comune, la moschea continua a ospitare diverse centinaia di persone», denunciano i leghisti Samuele Piscina, segretario provinciale della Lega, e Silvia Sardone, eurodeputata, ambedue Consiglieri Comunali di Milano. «Nel luogo di culto abusivo si sono riunite centinaia di persone per festeggiare la fine del Ramadan, in barba a qualsiasi regola e sicurezza e nonostante il Comune avesse annunciato proprio due mesi fa l’esproprio dello stabile».

moschea a milano, imam espulso
Moschea a Milano

Moschea abusiva: «rischio per la sicurezza»

«Non sono quindi state sufficienti le condanne (anche penali) subite dall’imam Abu Hanif P., primo rappresentante della Bangladesh Cultural and Welfare Association, nel settembre 2019 per l’uso improprio dello scantinato, un magazzino accatastato C2, sito otto metri sotto il livello del suolo al piano -2 della palazzina, senza condotti d’areazione e vie di fuga, nonché sito di fianco al locale caldaia. È intollerabile che un luogo adibito a magazzino, nel quale è vietata catastalmente la permanenza di persone, venga utilizzato come spazio di ritrovo da così tanti individui, anche di passaggio e senza controlli, e come sede di una sorta di scuola islamica per bambini».

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«Tutto ciò ovviamente alimenta i rischi per la sicurezza delle persone che fruiscono abusivamente di questo spazio, a partire dai più piccoli, e di tutti i cittadini residenti nello stabile e nel quartiere – aggiungono -. Proprio in questo luogo fece visita il sindaco Sala nella campagna elettorale del 2016, promettendo l’immediato sgombero non appena eletto. Nonostante il Comune sia ampiamente informato sulla problematica e avesse finalmente annunciato l’esproprio per utilizzo non conforme alle regole urbanistiche, anche se solo in seguito alle sentenze del Tribunale di Milano che hanno obbligato la Giunta milanese a intervenire, a distanza di 8 anni la situazione è rimasta vergognosamente invariata».

Moschea abusiva, l’appello al sindaco

«È ora che la sinistra comunale la smetta di sottomettersi alla comunità islamica e pensi ai residenti che sono costretti a convivere con centinaia e centinaia di musulmani che non rispettano la benché minima regola della convivenza civile. Il sindaco Sala non ha più scuse: la moschea di via Cavalcanti va chiusa, si tratta solo di buonsenso e rispetto della legalità, ciò che viene solitamente richiesto agli onesti cittadini», concludono Sardone e Piscina.

Mosche abusiva, la replica di Sala

Il ministero dell’Interno ha espulso dall’Italia il presidente di un centro islamico di Milano e la Lega ora chiede di chiudere la moschea abusiva. «La Lega poteva farlo anche quando governava la città – ha risposto il sindaco Sala -. il punto è che come sempre si può chiudere una cosa se c’è una alternativa, ma se l’alternativa è che gli islamici vadano a pregare in strada, sui marciapiedi, come accadeva anni fa, non va bene. Quindi credo che sia nell’interesse di tutti trovare una soluzione rispetto a situazioni non in regola – ha aggiunto -, ma bisogna trovare alternative e noi su questo stiamo lavorando, a volte anche ostacolati dalla Lega che si è sempre opposta a strumenti che portavano alla regolarizzazione dei luoghi di culto, previsti dalla nostra Costituzione».

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