È partito da via Brioschi il corteo in memoria di Davide Dax Cesare, attivista del centro sociale Orso ucciso a Milano il 16 marzo del 2003 da tre uomini simpatizzati dell’estrema destra.
Corteo in memoria di Davide Dax Cesare a Milano
Uniti sotto la sigla “Dax resiste”, i militanti, presenti in alcune centinaia, hanno sfilato dietro a uno striscione rosso con scritta la data dell’omicidio. “Dax è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai”, è uno degli slogan gridati al megafono.
Alla partenza del corteo, diretto verso via Gola, sono stati accesi alcuni fumogeni.
Chi era Davide Dax Cesare, ucciso nel 2003
Dax era un giovane dalla vita divisa tra lavoro, famiglia e attivismo politico di sinistra. Era cresciuto nella periferia di Milano, precisamente a Rozzano, con il padre Angelo, la mamma Rosa e Daniele e Claudio, i suoi due fratelli minori. Nel 1995 aveva iniziato la sua militanza politica. Per gli amici Davide Cesare era una persona su cui si poteva sempre contare. Era, dicono, un ragazzo che «non ti faceva pesare le sue grane perché era troppo occupato a risolvere quelle degli altri».
Aveva una bambina, avuta con l’ex compagna Wendy, che aveva cambiato un po’ i suoi piani di vita. Egli infatti studiava per diventare un ragioniere, ma dovette rinunciarci per trasferirsi nel Bresciano, dove viveva l’allora fidanzata, per rimanere vicino alla sua famiglia. Fece lavori umili come l’operaio e il camionista e proprio in questi anni iniziò a frequentare attivamente la sezione locale di Rifondazione Comunista.
Dopo la fine della relazione con Wendy, Davide era tornato a Milano e divideva un appartamento con gli amici. Aveva un impiego in un’azienda siderurgica di Vimodrone. Nel tempo libero frequentava il centro sociale O.R.So, non lontano dal Naviglio Pavese e combatteva, manifestava e protestava per i suoi ideali.
Perché Dax è stato ucciso?
Federico, Mattia e Giorgio Morbi, dopo un lungo processo, sono stati definiti i responsabili dell’omicidio. E nonostante gli autori di questo delitto abbiano sempre smentito l’appartenenza a un gruppo politico, la loro simpatia per le linee di estrema destra hanno fatto sì che questo evento venisse e venga tutt’oggi ricordato a Milano, ma anche nel resto d’Italia, come un evento dai tratti politici.
A spingere i due fratelli (Federico e Mattia) e il padre della famiglia Morbi (Giorgio) a compiere un gesto del genere sarebbe stato un preciso antefatto. La settimana prima dell’omicidio di Davide, Federico aveva subito un’aggressione mentre portava a spasso il proprio cane. Dunque, stando a quanto emerso negli anni a proposito della sera del 16 marzo 2003, sembra proprio che i due ragazzi e l’uomo avessero una voglia di farsi vendetta da soli.