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26. 04. 2024 19:29

Milano, rapine ai taxi: il racconto choc dei due malviventi

I due malviventi arrestati per le cruente rapine ai danni dei tassisti milanesi hanno rilasciato le loro prime dichiarazioni. Tutti dettagli del racconto

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I malviventi arrestati per le due rapine violente nel giro di pochi giorni ai danni di alcuni tassisti milanesi sono stati interrogati in carcere. Dal racconto emergono dettagli scioccanti in cui l’atto criminale viene minimizzato come un passatempo o un semplice modo per racimolare qualche soldo da destinare all’acquisto di stupefacenti. Nel frattempo continua la caccia al terzo complice.

Il racconto. «L’altra sera, dopo aver bevuto e fumato siamo andati in zona Duomo con l’idea di tirar su un po’ di soldi e abbiamo pensato di rapinare un taxi», è questo l’incipit del  racconto ai poliziotti di Mohamed Nassar detto Habib.

«[…] Io ero seduto dietro il conducente – prosegue Habib -. Una volta a destinazione, Bryan (il complice, ndr) ha rovistato prendendo soldi e due cellulari, io sono sceso, ho aperto la portiera del tassista, gli ho puntato un coltellino portachiavi e gli ho preso un orologio e la collana […]».

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Dopo il furto i due giovani si ritrovano nel parco di Quarto Oggiaro ed insieme si recano ad acquistare della cocaina. La sera dopo Habib, sempre con l’amico Bryan ed il terzo complice, compierà una seconda rapina nei pressi del Cimitero Monumentale, quella filmata dalla telecamere di sicurezza del taxi.

«Quando siamo giunti a destinazione io preso al collo il tassista bloccandolo – continua Nassar – mentre l’altro ragazzo è salito dal lato del passeggero ed ha preso i soldi, un tablet e un telefono cellulare. Dopo che ci siamo separati abbiamo provato a cercare la terza persona ma senza trovarla, era irreperibile così abbiamo capito che ci aveva fregati».

Dopo che il video choc sulla rapina ha iniziato a circolare in rete, i due ragazzi hanno deciso di scappare in Salento. Dalle intercettazioni telefoniche delle comunicazioni con i familiari è emerso che avrebbero voluto dirigersi a Frigole, un piccolo comune nella campagna leccese, dove la zia di uno dei due possiede un’abitazione. Non hanno avuto il tempo per attuare il loro piano di fuga: sono stati arrestati pochi giorni fa alla stazione di Rogoredo.

 

 

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