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26. 04. 2024 14:49

Post Scuola, il Comune al lavoro per riattivare il servizio: finalmente si vede la luce in fondo al tunnel?

Il calo dei contagi e le nuove regole sulle quarantene aprono uno spiraglio per la riattivazione dei servizi post scuola. Tuttavia a Milano mancano all'appello centinaia di educatrici

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Calano i contagi sia tra bambini e bambine sia tra il personale educativo, servizi ordinari ancora con flessioni orarie ma in miglioramento rispetto a gennaio e buoni risultati sulla riorganizzazione dei servizi dopo la prima settimana dall’introduzione delle nuove norme sulla gestione delle quarantene. Dati alla mano è possibile pensare alla riattivazione del servizio post scuola?

Post Scuola, si cercano soluzioni dopo le tante difficoltà

Dopo un lungo periodo di difficoltà nell’apertura dei servizi 0-6 anni a causa dell’impennata di contagi tra dicembre e gennaio, in questi ultimi giorni si è cominciato a registrare un positivo miglioramento della situazione.

Anna scavuzzo post scuola

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Rispetto agli oltre 900 tra educatrici ed educatori assenti a vario titolo che si sono registrati dalla riapertura dopo la pausa natalizia, oggi sono ancora circa 700 quelli assenti. Un numero considerevole ma in continuo calo che ha permesso, a partire dalla scorsa settimana insieme all’introduzione delle nuove norme sulla gestione delle quarantene, di riaprire negli orari ordinari praticamente tutte le sezioni di nidi, scuole dell’infanzia e sezioni primavera. Rimane ancora sospeso il servizio di post scuola, per il quale però l’Assessorato all’Istruzione sta lavorando con l’obiettivo di una sua riattivazione.

«Mi preme chiarire che il Comune intende riavviare il servizio di post scuola per i Nidi e le Scuole dell’Infanzia a Milano – tiene a chiarire la Vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo -. Riavviare il post scuola, però, non deve mettere in crisi il tempo ordinario e per questo stiamo lavorando affinché si possa al più presto arrivare a centrare questo obiettivo. Per la sua riattivazione, diversi sono i fattori da considerare: oltre alle assenze degli educatori, c’è il rispetto dell’obbligo delle bolle che, nonostante siano state modificate le regole per didattica a distanza, sospensioni e quarantene, non hanno visto una modifica nella loro applicazione».

 

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