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26. 04. 2024 14:19

Dentro e fuori dai SerD: nuovi consumi di sostanze stupefacenti con il lockdown

Un tossicodipendente è una persona che cela delle fragilità. Le maglie della rete di supporto sono spesso labili e pare che ai tempi del coronavirus vadano sfilacciandosi sempre più.

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Dentro e fuori dai SerD: nuovi consumi di sostanze stupefacenti con il lockdown

In Italia sono presenti ben 568 centri dedicati ai servizi per le tossicodipendenze, i cosiddetti SerD. Con lo scoppio del Covid-19 il servizio è rimasto attivo, ma per ridurre le possibilità di contagio ha subito importanti cambiamenti partendo dagli orari. Per quanto vitali anche durante l’epidemia, i SerD non hanno potuto fornire il consueto aiuto.

 

 

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Dentro e fuori dai SerD

Astinenza. C’è poi chi è completamente fuori dalla rete dei SerD. Per loro la quarantena ha significato soprattutto difficoltà nel reperire le sostanze illegali. Il pusher di zona non poteva circolare liberamente grazie ad un’autocertificazione. Tradotto: l’isolamento domiciliare ha generato ansie, continui sbalzi d’umore ed astinenze con relativi problemi di salute.

Delivery. La geografia dello spaccio è così variata seguendo nuove dinamiche di approvvigionamento, nelle quali la tecnologia si è tramuta nella regina indiscussa dei traffici. Basta fare una rapida ricerca ed è possibile scovare numerosi canali Telegram dedicati alle droghe più svariate con tanto di foto allegate. Secondo alcune testimonianze le consegne durante il lockdown venivano effettuate direttamente a domicilio. I pusher si muovevano per le strade della città addirittura a bordo di un Uber o di un taxi.

Fase 2. Questione di tempo e probabilmente le principali piazze torneranno a lavorare a pieno regime. Tuttavia nuovi rischi per i consumatori potrebbero essere dietro l’angolo. Oltre alle intramontabili cocaina ed eroina, nuove sostanze si stanno affacciano sul mercato italiano della droga.

Fentanyl. Già nei mesi antecedenti la pandemia, l’ISS aveva lanciato un allarme relativo alla diffusione di oppiacei sintetici come il Fentanyl. Utilizzato all’estero come farmaco antidolorifico per i malati di tumore ha caratteristiche simili all’eroina, ma con valori di tossicità 100 volte più alti. Si reperisce facilmente sul Deep Web ed ora che i vecchi canali distributivi continuano a stentare per la presenza di maggiori controlli lungo le strade causa epidemia, potrebbe entrare prepotentemente tra i nuovi consumi.

Dipendenze. Riccardo Gatti, direttore del dipartimento interaziendale delle dipendenze Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, si è dichiarato particolarmente preoccupato per gli sviluppi futuri: «Prevedo un aumento delle persone che abuseranno di sostanze stupefacenti per far fronte a un’angoscia diversamente difficile da elaborare. Altri, invece, potrebbero passare da un consumo occasionale a una forma di dipendenza senza accorgersene».

L’intervista a Pablito el Drito autore di Diversamente Pusher

Nuovi consumi con il lockdown: aumenti fino al 40%

Pablito el Drito è un ricercatore indipendente. Profondo conoscitore della cultura underground milanese, negli ultimi anni si è spesso occupato di tematiche scivolose che gli hanno permesso di stringere contatti nel sottobosco dell’illegalità. Uno dei suoi lavori di ricerca legato al consumo di droga a Milano è confluito nel libro Diversamente pusher, una sorta di indagine sociologica che attraverso le storie di 12 spacciatori indipendenti analizza questo ramo d’illegalità al di fuori di schemi preimpostati e pregiudizi.

Diversamente pusher
Diversamente pusher

Com’è cambiata la geografia dello spaccio a Milano con il lockdown?
«È necessario fare una premessa: le principali piazze di spaccio della città avevano già subito un ridimensionamento prima dell’epidemia. Luoghi come Rogoredo o Ciriano Laghetto erano state colpite da interventi massici delle Forze dell’Ordine già in inverno».

E poi è arrivato il Covid…
«Sì con l’arrivo dell’epidemia, la crisi si è amplificata creando una situazione di disagio soprattutto per il consumatore dipendente».

Curiosità: quali sono le tue fonti?
«Negli anni ho sviluppato diversi contatti con consumatori, pusher e addetti ai servizi sociali facendo ricerca nel mondo della cultura underground. Diciamo che ho ottenuto quella che in gergo si dice street credibility».

Torniamo al consumo. Cosa è cambiato per i clienti?
«La situazione è diventa drammatica soprattutto per gli “stanziali”, ovvero coloro che si procuravano il “punto” attraverso l’elemosina Ho avuto notizie, ad esempio da Garbagnate, di persone che andavano a suonare citofono per citofono nell’intento di racimolare qualcosa. Tuttavia molti di loro si sono avvicinati in questo periodo ai servizi sociali».

Come mai?
«Oltre per reperire sostanze succedanee come il metadone nei SerD, anche per tutta una serie di altre problematiche. Molti di loro sono anche homeless e si trovano ad affrontare ulteriori disagi come ansia e problemi psichici».

E gli altri consumatori?
«Non ci sono ancora dati ufficiali, ma anche molti consumatori-lavoratori si sono avvicinati ai servizi. I SerD distribuiscono dosi maggiori di metadone affinché i tossicodipendenti non violino le restrizioni e restino nel proprio domicilio».

Il mercato della droga però non è chiuso?
«No, ovviamente di pusher in strada ce ne sono di meno. Non potendo più smerciare neanche nelle discoteche e nei bar, la criminalità organizzata che gestisce i traffici si è affidati a canali criptati come Telegram offrendo un servizio di delivery».

Quali sono le principali variazioni rispetto al passato?
«Sono cambiate le regole. Le consegnano avvengono su grandi quantità. Ad esempio per la cocaina l’ordine minimo è di 5-6 grammi».

E i prezzi?
«L’eroina ha subito un incremento del 20%. Anche la cocaina aveva registrato un aumento, ma ora il prezzo è tornato sui soliti livelli: il mercato è saturo. Le droghe leggere sono quelle che si trovano con più difficoltà e che hanno subiti aumenti fino al 40%».

In mancanza di sostanze illegali, è aumentato il consumo di psicofarmaci?
«Il lockdown ha acuito i disagi psichici come l’ansia e i medici stessi prescrivono psicofarmaci più forti. Poi gli ansiolitici come lo xanax si trovano facilmente».

In farmacia?
«Sì. Il servizio sanitario non passa gli ansiolitici, quindi i clienti gli acquistano a prezzo pieno. Ci sono molte farmacie che li vendono sottobanco oppure con ricette pluritimbrate».

Cosa cambierà con la Fase 2?
«Non saprei. Non ho la sfera di cristallo, ma non credo cambierà molto».

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