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27. 04. 2024 01:59

Andrea Stillone: «Tre giorni che non dimentico»

L'esperienza di Andrea Stillone, fotografo di interni di Cusano Milanino che ha deciso di uscire all’aperto

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L’esperienza da volontario di un fotografo in lockdown, Andrea Stillone, ha dato la spinta ad una nuova iniziativa benefica per immagini.

 

Andrea Stillone, immagini in bianco e nero

Nei giorni del lockdown, non c’erano le solite file chilometriche di persone in attesa di un pasto caldo davanti alla sede del Pane Quotidiano di viale Toscana. C’era però un gran viavai di volontari di associazioni benefiche di Milano e provincia che ritiravano bancali di derrate da ridistribuire.

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In mezzo a loro anche Andrea Stillone, un fotografo di interni di Cusano Milanino che, stavolta, ha deciso di uscire all’aperto per fissare su immagini in bianco nero tre giornate frenetiche fra mascherine, guanti e buona volontà.

Com’è nata questa idea?
«Sono appassionato di fotografia di reportage, dove tutto sta nel trovarsi al posto giusto nel momento giusto: prediligo molto i contrasti forti quindi aspettavo che il mio soggetto o l’azione si trovasse in una zona di controluce, oppure, tra la luce e l’ombra. Tutti e tre i giorni aspettavo di fotografare nelle ore di luce forte, tra le 11.00 e le 13.00, per ottenere quel risultato».

Cosa ti è rimasto di questi tre giorni?
«Voglia di fare, di scendere in strada e documentare. E poi mettermi in gioco, come posso, per aiutare chi sta dando il massimo».

Come?
«In un periodo in cui come molti, ci sentiamo bloccati, sospesi e incapaci di dare un contributo significativo non potevo che fare quello che faccio ogni giorno e che mi riesce meglio, cioè lasciar parlare le immagini. Ho, quindi, deciso di mettere online le foto dello studio in cui lavoro (deadue.com). È possibile scegliere fra due formati: l’immagine verrà stampata e consegnata a domicilio, con tutte le precauzioni necessarie. L’intero ricavato sarà devoluto alla Protezione civile di Cusano Milanino, che in questo periodo lavorando giorno e notte per il territorio».

Quale tipo di fotografia preferisci?
«Oltre ai reportage, mi piace la street photography e, soprattutto, le geometrie dei nuovi quartieri della città. I grattacieli, le torri e le linee pulite di Citylife e Gae Aulenti».

Cosa non sei ancora riuscito a catturare di Milano?
«Vorrei fotografare il mercato ittico a mezzanotte, quando avviene lo scarico e la vendita ai ristoranti. Le vecchie botteghe di Milano: ad esempio, in Brera c’è un barbiere che ha mantenuto l’aspetto e il servizio di un tempo. Sarebbe interessante entrare in uno dei secret bar milanesi che mi ricordano quei locali di new York durante il proibizionismo. Insomma, fotograferei tutta Milano ma da angolazioni non convenzionali».

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