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07. 05. 2024 04:29

Caro affitti a Milano, una generazione di accampati: arrivano nuove forme di protesta

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L’autunno caldo milanese si sta dividendo fra i flash-mob per bloccare il traffico per chiedere strade più sicure per ciclisti e pedoni, le azioni controverse degli attivisti per il clima di Extintion Rebellion e i movimenti contro il caro affitti a Milano come quello degli studenti “Tende in piazza”, che dal Politecnico di recente si sono spostati davanti a Palazzo Marino, passando per l’occupazione, con conseguente sgombero delle forze di Polizia, dell’ex cinema Splendor. La protesta contro la mancanza di alloggi accessibili alle tasche degli studenti fuorisede è già in atto da tempo, ed è esplosa a maggio, quando Ilaria Lamera, studentessa di ingegneria ambientale della provincia di Bergamo ha deciso di accamparsi in piazza Leonardo Da Vinci con la sua tenda, dando il via ad azioni simili in tutta Italia.

Caro affitti a Milano, cosa fanno Comune e Regione

Nel frattempo le istituzioni cercano di trovare soluzioni nella città più cara d’Italia, dove il costo medio di una stanza singola è di 626 euro al mese e dove si stima ci siano 20 mila alloggi sfitti. Il Comune ha lanciato tre iniziative: il bando “Case ai lavoratori”, ovvero alloggi al costo di 72 euro al metro quadro annuo per chi ristruttura l’immobile pubblico (per il momento 300 unità, altre 2mila entro il 2024); 600 posti letto all’interno del progetto “Studentato diffuso” con un canone tra i 250 e i 350 euro al mese; campagna di promozione del canone concordato, con tassazione agevolata in cedolare secca che passa dal 21% ale 10% e dimezzamento dell’IMU.

Sono misure che i manifestanti accampati con le loro tende in piazza della Scala ritengono insufficienti o poco concrete. Intanto in Regione è stata approvata all’unanimità la mozione presentata da Onorio Rosati (Alleanza Verdi e Sinistra) e Paolo Romano (PD) che chiede di mappare tutti gli edifici pubblici inutilizzati, anche militari, per trasformarli in studentati. Iniziativa i cui tempi di attuazione non sembrano brevi.

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Caro affitti a Milano, parola all’attivista. Lorenzo Colombo: «Se necessario, chiediamo anche l’esproprio»

Fra chi protesta contro il caro affitti c’è anche l’Unione Giovani di Sinistra. Lorenzo Colombo, referente per la Lombardia: «Bisogna mappare gli immobili pubblici e privati sfitti per trasformarli in alloggi per studenti, come l’ex ospedale di Baggio»

Foto giganti che raffigurano case brandite come cartelli da un gruppo di giovani davanti a un palazzo della centralissima via Molino delle Armi a Milano. La scena si è verificata giovedì scorso. I ragazzi in questione fanno parte dell’Unione Giovani di Sinistra (UGS), costola di Sinistra Italiana.

L’iniziativa rientra nella campagna “Sopra ogni testa un tetto” per proporre alle istituzioni soluzioni per il caro affitti. Gli immobili rappresentati nelle foto sono alcuni degli edifici sfitti, pubblici e privati, che UGS chiede vengano dati alla collettività per trasformarli in studentati o in alloggi con affitti a prezzi calmierati, arrivando anche all’esproprio, se necessario. Lorenzo Colombo, studente ventiduenne della Statale – che fa il pendolare da un paesino del Varesotto – è il referente UGS Lombardia.

Perché un sit-in proprio davanti a quel palazzo?
«Perché è in una zona centrale, di proprietà di un gruppo finanziario, inutilizzato da oltre dieci anni e molto ben collegato con i mezzi. Lo abbiamo scelto per mandare un messaggio politico chiaro: di solito la riqualificazione di questi immobili avviene secondo logiche di mercato che prevedono la vendita di appartamenti tra i 6 e i 10mila euro a metro quadro. Milano è piena di questi edifici sfitti, che dovrebbero essere destinati a chi ne ha davvero bisogno, dagli studenti al ceto medio, fino al terzo settore, categorie che tengono in piedi questa città».

Si tratta di un immobile privato. Perché non chiedere la riconversione in studentati di edifici pubblici?
«Ci sono tanti tipi di immobili gestiti dal pubblico, dal privato o dal terzo settore, però non ci deve essere una logica del “prima questo e poi quello” perché le politiche dell’abitare sono complesse e vanno affrontate da più punti di vista. Noi abbiamo lanciato provocatoriamente la proposta dell’esproprio, ma all’interno di un progetto più ampio».

La protesta delle tende
La protesta delle tende davanti a Palazzo Marino

Quale?
«La limitazione degli affitti brevi, l’introduzione del diritto alla casa tra i livelli essenziali di prestazione, la mappatura e la riqualificare gli edifici pubblici, la reintroduzione dell’equo canone: una serie di azioni che vanno a colpire il caro-affitti, ma che sono organiche. Lo studentato diffuso e il canone concordato promossi da Palazzo Marino non sono misure che, da sole, possono risolvere il problema, che va inquadrato a livello regionale e nazionale».

Voi citate i casi di Spagna e Germania in cui lo Stato ha espropriato degli immobili sfitti di privati. Come pensate sia possibile fare la stessa cosa in Italia?
«Sulla fattibilità tecnica si può discutere molto. A Barcellona e con il modello catalano si è visto che non si tratta solo di espropriare, ma di mettere in atto una serie di politiche che hanno permesso di ottenere più case in affitto a lungo termine a disposizione e il calo dei prezzi».

Un esempio di immobile pubblico che potrebbe essere utilizzato?
«L’ex ospedale di Baggio è il luogo simbolo da cui siamo partiti con la nostra campagna. E’ un complesso enorme – usato anche per la campagna vaccinale – composto da padiglioni per la maggior parte inutilizzati, che dispongono di elettricità, gas e acqua corrente».

Cosa pensi del fatto che la mozione regionale sulla mappatura degli uffici pubblici sia stata approvata all’unanimità?
«Questo mi fa molto piacere, vuol dire che anche la destra lo ritiene un tema importante, ma aspettiamo la messa in pratica».

Che rapporti avete con il movimento delle tende in piazza?
«Un rapporto fruttuoso, di mutuo scambio di conoscenze e sensibilità. Loro hanno evidenziato un problema e continuano a farlo, ma dall’altro lato noi tentiamo di elaborare proposte alla politica attraverso mozioni in consigli comunali e regionali, interrogazioni parlamentari, cercando di fare da collegamento fra le istituzioni e quello che avviene nella società».

Caro affitti a Milano, cosa pensano i milanesi

di Edoardo Colzani

Giorgia Salvati
Giorgia Salvati

Sarà difficile costruirmi un futuro qui, nonostante la laurea
Giorgia Salvati, 22 anni, studentessa, milanese
«Vivo in affitto con i miei genitori in zona Rogoredo, ma in questi ultimi anni i rincari generalizzati ci stanno mettendo a dura prova. Quest’estate ho fatto dei lavoretti per aiutare la mia famiglia e pagare gli studi, ma onestamente per come sta andando, costruirmi un futuro qua è insostenibile. Ormai anche con 5 anni di università non hai più la certezza di trovarti un lavoro che ti permetta di vivere».

 

 

Giacomo Bonaglia
Giacomo Bonaglia

Il mio lavoro part-time non basta a coprire le spese
Giacomo Bonaglia, 22 anni, studente e lavoratore di Brescia, da 3 anni a Milano
«Sono originario di Brescia, ma ora studio e vivo in Bicocca dove condivido un appartamento con altri ragazzi. Per sostenermi economicamente ho trovato anche un lavoro part-time, che però non mi basta a coprire le spese. Fortunatamente i miei genitori mi danno una mano. Pensando al mio futuro, non credo che dopo la laurea resterò a Milano, perché non vedo una reale prospettiva. Credo che Milano rischi di diventare una città improntata solo allo studio e al lavoro».

 

Giovanni Montefoschi
Giovanni Montefoschi

Persino l’affitto in Bovisa è diventato difficile da sostenere
Giovanni Montefoschi, 24 anni, studente di Bologna, da 5 anni a Milano
«Sono di Bologna e sono arrivato a Milano nel 2018 per studio. In questi anni ho vissuto in diversi appartamenti in condivisione e ora sono in zona Bovisa, che nonostante sia periferica, ha vissuto un rincaro dei costi d’affitto negli ultimi anni difficile da sostenere. Mi manca poco alla laurea e mi piacerebbe restare qua perché mi trovo bene, ma per la mia specializzazione vedo possibilità più concrete all’estero».

 

Giorgia Salvati
Giorgia Salvati

La vita da pendolare? Disastrosa. Ora ho una stanza in condivisione
Beatrice Sella, 21 anni, studentessa di Luino, da 1 anno a Milano
«Mi sono immatricolata in Statale a settembre scorso, scoprendo che per richiedere l’alloggio universitario il bando scadeva ad agosto. Ho fatto il primo anno come pendolare da Luino ed è stato disastroso. Di mattina c’è solo un treno diretto e i ritardi erano all’ordine del giorno. Attualmente ho preso una stanza in un appartamento in condivisione in zona Lambrate. Mi piacerebbe rimanere a Milano e la mia volontà sarebbe in futuro di portare in provincia il know-how acquisito qua».

Caro affitti a Milano, il costo medio in euro per una stanza singola

2019

573

2020

565

2021

470

2022

620

2023

626

Fonte: immobiliare.it insights

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