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26. 04. 2024 15:00

Ponte della Ghisolfa: la pista ciclabile abusiva che può diventare legale

La pista ciclabile, abusiva, che ora può davvero diventare legale

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Sul Ponte della Ghisolfa a Milano c’è una pista ciclabile abusiva che potrebbe ora diventare legale. Una storia che sembra paradossale ma che, invece, ha dei risvolti concreti e che potrebbe portare ora ad una sistemazione ufficiale. 

Ponte della Ghisolfa, la storia della pista ciclabile abusiva

Meno di un anno fa sul Ponte della Ghisolfa, conosciuto anche come cavalcavia Adriano Bacula, qualcuno disegnò con vernice bianca, di notte, una pista ciclabile abusiva. Più precisamente lo fece nel tratto di strada che collega Piazzale Lugano, lì dove una volta era presente una grossa sede delle Poste Italiane, in direzione di via Mac Mahon. Era il mese di agosto e questo accadde perché, qualche giorno prima, una ciclista era stata investita da un automobilista proprio in quel tratto di strada. L’azione, a suo tempo, era stata rivendicata dal comitato Colibrì Milano e dalla pagina “Sai che puoi? ».

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Ora l’idea viene riproposta con una manifestazione in programma il 28 aprile in via Castellino da Castello alle 16.45: un corteo percorrerà il ponte, per far tornare alla luce il problema della pista ciclabile sul ponte della Ghisolfa. Che vinse il bilancio partecipativo 2017-2018, con un budget di 250 mila euro. Da lì verifiche tecniche, co-progettazione e valutazione di fattibilità bloccarono il tutto. Ora è in corso un nuovo processo di co-progettazione con la nuova amministrazione che ha trovato soluzioni alternative per tracciare questa corsia. Ma, è chiaro, c’è anche chi si dichiara contrario a tutto questo: «E’ un’idea distorta della mobilità cittadina – le parole di Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino – sul ponte della Ghisolfa dovrebbe essere spostata la corsia preferenziale che oggi, senza alcun tipo di protezione per impedirne l’utilizzo ai non autorizzati, è spesso paralizzata anche al trasporto pubblico. Mi risulta un progetto di fattibilità che dovrebbe essere integrato per realizzare piattaforme utili alla fermata dei bus. Un intervento di questo tipo fluidificherebbe i tempi di percorrenza allargando le corsie sottostanti al traffico privato». I fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbero aiutare: «Si potrebbe realizzare anche una ciclabile che da sola e senza una razionalizzazione delle corsie di scorrimento non vorrebbe dire nulla se non voler assecondare gli ecotalebani della ciclabilità» la conclusione di De Chirico.

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