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26. 04. 2024 04:42

L’ex sindaco Pillitteri sulla ricandidatura di Sala: «Doveva farlo per forza»

L'ex sindaco socialista di Milano esprime il suo punto di vista sulla ricandidatura di Sala

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Per ora è in netto vantaggio Sala ma il centrodestra potrebbe trovare un antagonista valido. Per Paolo Pillitteri, sindaco socialista dall’86 al ’91, al momento la gara per Palazzo Marino è in discesa, l’unico che potrebbe contrastarlo può essere il giornalista nonché ex assessore Paolo Del Debbio.

Paolo Pillitteri
Paolo Pillitteri

Ha mai conosciuto Sala?

«No, spero di conoscerlo, mi interessa farlo per ragioni professionali».

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Come spiega il lungo silenzio sulla decisione di ricandidarsi?

«E’ stato un silenzio un po’ assordante, secondo me doveva ricandidarsi per forza».

Perché?

«Lo hanno fatto tutti i sindaci, da Aniasi a Tognoli, ad Albertini: anch’io l’ho fatto».

Come giudica Sala?

«Chiedere ad un ex sindaco di dare un voto ad un sindaco in carica è un colpo basso. Il vero voto glielo daranno i milanesi quando si voterà».

Sarà una prova impegnativa?

«E’ un rischio calcolato, conosci già gli errori fatti la prima volta, conosci l’elettorato, sai cosa entra nelle vene della città: non voglio dare lezioni ma la seconda volta è più facile anche se bisogna dire che in un certo senso è più rischiosa».

Cosa si rischia?

«Perdere la seconda volta è una bocciatura molto più pensate rispetto alla prima».

Sala quanto rischia?

«Non molto a meno che non venga fuori un avversario sconvolgente».

Eppure diversi osservatori hanno notato un appannamento a partire dell’esplosione del Covid.

«Il Covid ha cambiato radicalmente tutto, ha fatto sballare tutti i rapporti, ha introdotto dei grandi mutamenti. Bisogna poi considerare che il sindaco sul tema sanità ha una gestione ridotta: detto questo anch’io l’ho sentito un po’ meno in quest’ultimo periodo».

Come lo spiega?

«Nel periodo Covid è mancata una presenza alta della politica, una presenza anche spirituale che dicesse: stiamo uscendo dal tunnel, Milano è una grande città, è trainante, Milan l’è un gran Milan come ha detto Ursula von der Leyen: sono slogan che avrebbe dovuto dire Sala».

Il centrodestra deve scegliere tra una rosa di nomi. Uno è l’ex prefetto Alessandro Marangoni.

«Non saprei, dico solo che in passato i prefetti non hanno avuto buone chance».

C’è poi Maurizio Dallocchio, professore della Bocconi.

«Se l’unico titolo è quello di insegnare alla Bocconi allora mi sembra un tipo alla Conte, può funzionare come task force».

Cosa dice di Simone Crolla, segretario generale della Camera di commercio Italo-Americana?

«Mai sentito, però il problema è che si vuole fare ricorso sempre ad un manager, mentre secondo me ci vuole un politico, uno che conosce la città e ne è innamorato».

Infine c’è il solito Del Debbio che viene sollecitato in ogni occasione.

«E’ una candidatura che può configurarsi come politica, lui è uno che spiega la politica, ha una sua narrazione politica».

Può essere l’anti Sala?

«Sì, è una figura di rispetto».

Non è che anche stavolta sarà Berlusconi a estrarre il coniglio dal cilindro?

«Non lo so, deve mettersi d’accordo con Salvini e Meloni, dovrà trovare consenso con gli alleati».

Quale sarà l’esito delle elezioni?

«Alla fine vinceranno comunque i milanesi».

Nel senso che il nuovo sindaco, a prescindere dal colore politico, sarà all’altezza?

«Credo di sì, avremo buoni candidati per Palazzo Marino».

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