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02. 05. 2024 21:34

Covid, a Malpensa tampone (non obbligatorio) per chi arriva dalla Cina: molti positivi e torna l’allerta

L'aumento dei contagi nel Paese asiatico mette in guardia tutto il mondo, primi test all'aeroporto

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Covid Cina, ci risiamo. Torna il tampone (non obbligatorio) per chi arriva a Malpensa dal Paese asiatico. Si tratta di una misura di prevenzione disposta da Regione Lombardia che serve anche ad accertare il tipo di variante Covid di chi arriva dalla nazione dell’Asia Orientale. Una decisione presa in seguito all’esplosione di contagi del virus in Cina, con un numero di positivi in costante aumento e a cui adesso tutto il mondo torna a guardare con estrema prudenza.

Covid Cina, torna il tampone a Malpensa

Lunedì a Malpensa sono stati eseguiti 90 tamponi, ieri 120 e oggi si avranno i primi risultati sul sequenziamento. Una buona percentuale dei test è risultata positiva. Un banner sul sito dell’aeroporto informa i passeggeri della nuova disposizione che sarà valida fino al 30 gennaio, con un rimando al sito viaggiare sicuri dove si legge che «la Regione Lombardia ha dato indicazione alla ATS INSUBRIA, di riferimento per l’aeroporto di Malpensa, di sottoporre a tampone molecolare di screening per Covid-19 tutti i passeggeri/operatori provenienti dalla Cina».

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Covid Cina, numeri allarmanti

In Cina l’esplosione del numero di contagi e dei morti dall’inizio di dicembre, quando sono state abolite le rigide misure di contenimento anti Covid dopo le proteste dei cittadini, è difficilmente misurabile anche a causa dello stop alla diffusione dei dati deciso qualche giorno fa dalle autorità. Ma i numeri che circolano sono allarmanti. Secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno. E la situazione rischia di peggiorare ancora.

Covid Cina, gli scenari

I modelli elaborati da Airfinity suggeriscono un numero di decessi compreso tra 1,3 e 2,1 milioni a seguito dell’attuale ondata di Covid in Cina. La stima della società è di 3,7 milioni di infezioni al giorno a metà gennaio per arrivare, in marzo, a 4,2 milioni di casi quotidiani. Il virus viaggia sulle gambe delle persone, ripetevano ossessivamente i virologi di tutto il mondo nei mesi più bui della pandemia segnati dai lockdown. E ora, sospesi i test di massa e liberalizzati gli spostamenti dei cinesi, le conseguenze appaiono preoccupanti.

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Covid Cina, la riapertura ai viaggi

Mezzora dopo l’annuncio della riapertura ai viaggi da parte della National Health Commission, i dati della piattaforma di viaggi Ctrip hanno mostrato che le ricerche di destinazioni oltre frontiera erano aumentate di 10 volte: tra le più gettonate Macao, Hong Kong, Giappone, Thailandia e Corea del Sud. I dati di un’altra piattaforma, Qunar, hanno mostrato che 15 minuti dopo la notizia, le ricerche di voli internazionali sono aumentate di sette volte. Proprio il Giappone ha annunciato oggi una strategia di difesa. Per decisione del premier Fumio Kishida, a partire da venerdì i viaggiatori provenienti dalla Cina saranno obbligati a fare un tampone e i positivi dovranno sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni.

Covid Cina, l’Ue non prende misure (per ora)

Tokyo sta anche valutando limitazioni al numero dei voli provenienti dalla Cina, da Hong Kong e Macao. L’India, da parte sua, aveva già deciso che chi arriva dalla Cina, oltre che da altri Paesi, deve mostrare un test negativo. L’Unione europea invece, non ha preso alcuna misura riguardo la questione Covid Cina. Anche se, ha avvertito un portavoce della Commissione, «è stato mantenuto un freno di emergenza che potrebbe essere attivato, se necessario, per reintrodurre le restrizioni».

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