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27. 04. 2024 06:25

La fronda dei docenti universitari contro il Green pass. Barbero: «Vorrei l’obbligo, così è surreale»

Il professor Alessandro Barbero spiega i motivi della sua adesione alla petizione lanciata dai docenti universitari contro l'introduzione del green pass negli atenei

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Nei giorni scorsi aveva fatto scalpore la petizione lanciata da 150 docenti illustri contro l’introduzione del Green pass nelle università. Tra i firmatari anche il celebre professore di Storia Medievale dell’Università Orientale del Piemonte, Alessandro Barbero, il quale ha spiegato in una lunga intervista al Corriere i motivi della sua scelta.

Barbero: «Siamo tutti vaccinati, me compreso»

Nel dibattito sul green pass è facile suddividere in categorie rigide senza soffermarsi sulle sfumature della sua applicazione. Di Barbero non si può certamente dire che sia un personaggio vicino alle posizioni dei No vax, anzi. «Qualcuno mi presenta come una specie di superstizioso fanatico contrario ai vaccini – ha dichiarato il professore -. Ma nell’appello che ho firmato non si parla affatto dell’utilità dei vaccini, anzi si dice chiaramente che molti dei firmatari sono vaccinati, me compreso. Il problema che mi preoccupa è l’obbligo del Green Pass per gli studenti che dopo aver pagato fior di tasse universitarie sono esclusi dalle lezioni se non hanno il certificato».

Il problema principale per il docente universitario è l’incapacità del governo di assumersi delle responsabilità. Proprio per tale motivo Barbero ritiene che sia più giusto e corretto moralmente l’introduzione dell’obbligo vaccinale.

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«Il governo ritiene di poter togliere alla gente diritti fondamentali – ha sottolineato ancora il celebre professore -, neppure civili o politici, ma umani, come quello di accedere a un ospedale o a una lezione universitaria, e considera la cosa irrilevante, tanto da non far sentire una parola per dire almeno che è preoccupato e dispiaciuto di doverlo fare, e senza prendersi la responsabilità di rendere obbligatorio per legge il vaccino, misura con cui io, sia pure non senza dubbi, alla fine sarei d’accordo».

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