La scuola è pronta a riaprire a settembre, ma sono ancora molte le modalità da definire. Tra queste una delle principali è quella relativa al servizio mensa. A Milano oltre il 93% delle elementari effettua il tempo pieno, ma gli spazi dedicati ai refettori potrebbero essere convertiti per rispettare le nuove norme di distanziamento sociale. Così, Milano Ristorazione ha sollecitato i presidi ad inviare delle proposte entro venerdì per valutare nuove alternative.
Le ipotesi. Sul tavolo ci sono sostanzialmente tre ipotesi: far mangiare gli scolari direttamente sui banchi, stabilire dei turni per l’utilizzo della mensa oppure un sistema misto.
Nella riflessione sul futuro dei pasti per i più piccoli l’assessora all’Educazione Laura Galimberti esclude categoricamente “il panino da casa”. Invece Annamaria Borando, preside dell’istituto comprensivo Di Vona-Speri, pensa alla soluzione mista: «Pensiamo di mantenere il refettorio per le prime e seconde elementari e di utilizzare l’altro come spazio polifunzionale, magari per la ricreazione, facendo mangiare in classe terze, quarte e quinte».
Gianpaolo Bovio, preside dell’istituto comprensivo Arcadia, utilizzerà i due refettori presenti nella struttura per adibirli a classi. Di conseguenza solo una parte di questi potrà essere sfruttata per i pasti. Per tale motivo punterebbe su un sistema misto: «I pasti saranno serviti nei due refettori, in più turni».
Scuole medie. Il problema delle mense non dovrebbe toccare le medie. Si sta pensando ad eliminare i due rientri pomeridiani, compensandoli con le lezioni il sabato mattina.