Fabrizio Gironi, classe 2000, milanese. Professione: schiacciatore dell’Allianz Powervolley Milano. Segni particolari: ha “tradito” il calcio per la pallavolo. Il che, gravitando sulla città di Milano, non è cosa poco.
Fabrizio Gironi, l’intervista
Gironi, ci spiega?
«La mia è una storia particolare, non avevo nessuna intenzione di giocare a pallavolo».
E poi cos’è successo?
«Ho sempre giocato a calcio nel mio paese, Pessano con Bornago. Mi divertivo un sacco, ma siccome ero più alto rispetto ad altri ragazzi il professore di ginnastica mi propose di giocare a pallavolo. Lui aveva una squadra mia madre ci giocava e ci gioca ancora. Ho sostenuto un provino all’Argentia Gorgonzola e per un anno ho giocato a calcio e pallavolo. Solo che a calcio m’impegnavo anche 2/3 volte a settimana, a pallavolo a malapena una».
Poi l’incontro di campionato contro il Segrate.
«Mi hanno visto, mi hanno contattato e quando abbiamo parlato ho risposto di pancia. Da lì ho lasciato il calcio, perché si trattava di un impegno serio».
Pentito della scelta?
«Assolutamente no, mi è bastata mezza stagione per convincermi».
Idoli sportivi?
«Da piccolo Del Piero, ora non c’è più una figura di riferimento nel calcio. Mi sono avvicinato molto alla NBA, stimo LeBron James».
Il sogno?
«Andare alle Olimpiadi, un giorno. Forse il 2021 è un po’ presto, ma mai dire mai».
E nel futuro prossimo?
«Non lo so, ad oggi è prematuro. Ma se arriverà una squadra che mi garantirà una certa continuità di rendimento, allora potrei andarci in prestito».
