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02. 05. 2024 14:37

Milano Cortina 2026: Palasharp no, palaghiacco di Varese sì. Tutti i motivi di una scelta controversa

Ballano 24 milioni di euro, che Varese potrebbe fare suoi a discapito di Milano. I motivi

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Una scelta che deve far riflettere, se arriverà davvero a conclusione, su un’olimpiade di Milano Cortina 2026 che diventa sempre più itinerante. L’ultimo problema in ordine di tempo è quello riguardante il Palasharp, i cui lavori di ristrutturazione hanno visto un innalzamento inaspettato dei costi che potrebbero portare anche alla clamorosa decisione di non avvalersi della struttura di Lampugnano per le gare dell’hockey femminile. Tutto questo in favore di un fantomatico palaghiaccio di Varese, che invece sarebbe pronto nei tempi giusti per poter ospitare legare a cinque cerchi. 

Milano Cortina 2026, si va verso l’utilizzo del palaghiaccio di Varese 

Perché per il palaghiaccio di Varese ci sono ben 24 milioni di euro a disposizione per lo stesso Palasharp, che verrebbero messi per renderlo un impianto pronto ad ospitare le gare di hockey su ghiaccio femminile per i giochi olimpici di Milano Cortina 2026 ma soprattutto per renderlo un impianto da vivere tutti i giorni, che possa ospitare anche manifestazioni che vanno oltre lo sport e che permette alla città di poter divenire un punto di riferimento per tutti coloro che lavorano nel settore dell’eventistica. La Città-Giardino (questo il nome corretto che avrebbe l’impianto), potrebbe dunque ospitare parte delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. Ma quello che riceverebbe sarebbe un investimento visto sul lungo periodo, per l’appunto, che non si esaurirebbe solo con i giochi olimpici ma che andrà oltre il mero concetto di struttura sportiva. Un impianto, in conclusione, che possa diventare un punto di riferimento anche a livello europeo per l’impiantistica cittadina. 

Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi
Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi

Milano Cortina 2026, come sta il Palasharp?

In questo quadro si inserisce il Palasharp di Lampugnano, una struttura in disuso ormai dalle lontano 2011 e che non sembra riuscire a trovare pace. E visto che i lavori di ristrutturazione sono ben lontani dal partire, a causa anche di costi lievitati e di un proprietario (il Comune di Milano) e di un concessionario (Mia Events) che non vogliono prendere in mano ulteriori addebiti economici, la Milano olimpica cerca di trovare nuovi territori. Tanto è vero che, oltre alla già prevista area metropolitana di Milano (Rho e Assago su tutti) ora torna in auge questa possibilità di includerne altri, tra cui rientrerebbe a questo punto proprio Varese.

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Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi
Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi

Varese si prende i soldi del Palasharp

Il contributo di 24 milioni stanziato per il rifacimento del PalaSharp verrebbe dunque dirottato sulla costruzione di un nuovo impianto multidisciplinare in provincia di Varese (in un’area ancora da individuare). Qui dovrebbero sorgere tre piste, di cui la principale con cinquemila posti. Tempi stretti? Molto, anche troppo stretti. Ma da qualche parte bisogna pure voltarsi e cominciare. Ma la domanda è: perché Varese? Perché è città già abituata ad ospitare eventi internazionali dal grande richiamo, come tutti quelli legati al canottaggio che si disputano sulle sponde del lago di Varese, e poi perché è una città che è sponsor forti. Il Sottosegretario con delega allo Sport della Regione Lombardia Lara Magoni, ad esempio, ma anche il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, varesino doc, che avrebbe spinto, tra le altre cose, a candidare Varese ad ospitare il nuovo centro federale che rimarrebbe poi in mano alla FISG, la Federazione italiana sport del ghiaccio. Senza dimenticare che l’apertura di un nuovo palazzetto del ghiaccio risolverebbe anche dei problemi attuali della città di Varese dovuti alla capienza degli impianti, tanto che i Mastini Varese, formazione di hockey su ghiaccio, per alcune gare si è trasferita ad Assago. E poi c’è il concetto di impianto moderno vissuto 365 giorni all’anno, da sfruttare per eventi, concerti, feste e tanto altro.

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