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07. 05. 2024 12:15

Spostare la pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano: sì, ma dove?

L’idea appare un po’ campata per aria, visto che in città non c’è un palazzo del ghiaccio

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In città non c’è un palazzo del ghiaccio operativo, ma si sta pensando di spostare la pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano. Sì, un paradosso che ancora non trova un fondamento, se non nelle parole del sindaco della città, Beppe Sala. Il quale, a riguardo, ha precisato. «Se la pista può essere tenuta a Milano, e stiamo verificando se ci sono le condizioni, è giusto così. Torino a suo tempo aveva rinunciato a farne parte, non è stata esclusa. Quindi è chiaro che è molto più giusto che rimanga a Milano o in una delle sedi naturali delle Olimpiadi. Ma noi stiamo lavorando perché rimanga a Milano». 

Spostare la pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano, scelta ad oggi bizzarra 

Il discorso è nato dopo l’uscita di scena di Baselga di Piné, sede originariamente prevista dalla candidatura ad ospitare le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. In cambio di questo «ritiro» la città potrà contare sullo stanziamento della Provincia di Trento per la riqualificazione dello stadio del ghiaccio in vista delle olimpiadi Milano-Cortina 2026, pari a 50,5 milioni di euro, che verranno impiegate per il ripristino delle strutture per le discipline sportive invernali e per il rilancio turistico ed economico del territorio: «Il Comitato olimpico internazionale (Cio) si riserva di indicare la strada maestra di esecuzione dei giochi. Io ho difeso il masterplan originario, ma arriva un momento in cui non si può difendere l’indifendibile: tutto ciò che è successo nel frattempo, dal Covid alla guerra, è andato contro di noi. Baselga non è una vittima, ma uno dei casi che avvengono sistematicamente nell’organizzazione di un evento internazionale come le olimpiadi» aveva detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò. 

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L’investimento sottostimato e lo spostamento della pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano 

Trentino candidato per le Olimpiadi giovanili 2028 assieme alla Lombardia, intanto; ma nella sua relazione il Cio ha parlato di un investimento sottostimato e non sostenibile per il territorio. Che invece sia semplice per una città come Milano, che ha visto chiudere recentemente il Palazzo del ghiaccio, l’Agorà (l’unico nel perimetro cittadino…) senza battere un colpo? Difficile immaginare che possa essere così, anche perché si parla (l’investimento di cui sopra per il quale Baselga di Piné è stata scartata) di spendere qualcosa come 70 milioni di euro: «Bisogna vedere se fatta a Milano in maniera diversa quanto si spende e quanto si spende per mettere a posto l’Ovale. Stiamo lavorando su una soluzione che spero potremo presentare a breve», ha concluso il sindaco. 

La pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano, se anche la politica nazionale si tira indietro…

Di certo nella storia di spostare la pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano c’è anche un altro dato, quello del tirarsi indietro della politica nazionale. Cosa che non aiuta assolutamente e che da dimostrazione di come il paese non sia per nulla unito: «Chi è più pronto e ha più soldi lo faccia. Dove si pattina non lo decido io.  – ha sentenziato Matteo Salvini ci sono anni di ritardo come infrastrutture, strade e superstrade. Stiamo correndo come matti per ultimarle. Dove pattineranno i pattinatori lo decideranno gli enti locali». 

Beppe Sala vorrebbe la pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano, anzi no

La pista di pattinaggio di Milano-Cortina 2026 a Milano, anzi no. Il Sindaco Beppe Sala, infatti, recentemente ha rilanciato l’ipotesi Rho: «Abbiamo avuto problemi legati ad alcune questioni giudiziarie, che poi si sono risolte bene, e al costo delle opere. Però si sta rivedendo tutto, stiamo rivedendo in particolare il PalaItalia, che poteva essere a rischio, e chi lo deve realizzare garantisce che è tutto sotto controllo. Pista per il pattinaggio di velocità a Milano? Lo spero, perché credo che sia giusto, che sia un buon premio anche per la costanza di Milano. Credo che si debba esaminare prima quei luoghi e quelle città che hanno partecipato dall’inizio a questa avventura olimpica, non ho voluto avere un atteggiamento totalmente di chiusura verso Torino, però prima devono essere le città che c’erano all’inizio a dire se possono farlo o no. Se non si potesse un aiuto potrebbe essere utile – ha proseguito – ci sono varie ipotesi su cui si sta lavorando» per quest’ultimo impianto, certamente quella di Rho-Fiera «è un’ipotesi accreditata. Però bisogna fare una cosa che abbia senso anche dal punto di vista economico-finanziario». Niente da fare, invece, riguardo all’idea di avere una copertura dell’Arena Civica: «Troppo complesso, all’aperto non si può e coprirla costerebbe troppo».

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