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24. 04. 2024 19:35

Milano, al Museo della Scienza “Dolomiti Transfigurate”: un omaggio alla fotografa 102enne Marcella Pedone

Una mostra alla scoperta della natura e del lato mistico delle Dolomiti: ecco le foto di Marcella Pedone

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Da giovedì 29 luglio a domenica 3 ottobre il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano ospiterà Dolomiti Trasfigurate, la mostra monografica della fotografa centenaria Marcella Pedone dedicata alle meravigliose Dolomiti.

Marcella Pedone, una vita a seguire lo scatto perfetto

La mostra di Marcella Pedone, classe 1919, è un omaggio alla natura ed ai miti delle Dolomiti, una terra in cui il reale e il simbolico si intrecciano. Un missage che prende vita grazie ai cromatismi delle sue foto capaci di riprodurre un equilibrio estetico e narrativo dirompente capace di trasmettere all’osservatore l’essenza più nascosta della vita di montagna.

Marcella Pedone, toscana di nascita, ma milanese di adozione, è stata tra le prime donne ad occuparsi di fotografia in Italia. Indipendente, ha girato in lungo e largo lo stivale con la sua roulette immortalando suggestivi scenari tra contadini, minatori, pescatori e raccontando attraverso le immagini i cambiamenti dell’Italia da società agricola ad industriale.

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Accanto alla fotografia di documentazione, Marcella Pedona ha intrapreso anche un percorso più artistico dove ha cercato di fornire la propria personale interpretazione della natura e della bellezza. Proprio questo suo aspetto più emozionale rivive nella mostra “Dolomiti Transfigurate”, che rappresenta la passione della fotografa per questa catena montuosa lungo la quale trascorse diverso tempo agli esordi della sua carriera.

“Già il mio primo incontro, in giovinezza, con la straordinarietà delle Dolomiti provocò al mio sentire un impatto che mi trasportò ben lontano dall’interesse geografico o turistico bensì fortemente emotivo e immaginario – ha spiegato una lucidissima Marcella Pedone – In quelle crode ascetiche e dirute io vi riconobbi le rovine affascinanti e nostalgiche di un Reame mitico sia per magnificenza che per costumanze ispirate a una conoscenza superiore, ormai perduta. Forse un mondo visionario che solo è mio… o forse no…”.

 

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