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15. 05. 2024 18:01

Rose Villain evolve in Radio Sakura: «Milano, solo tu sai chi sono»

La cantautrice milanese pubblica il secondo lavoro anticipato dal singolo sanremese Click boom!

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Se in Radio Gotham ha raccontato le sue ombre, in Radio Sakura (Warner Music Italy) Rose Villain permette a tutta la sua creatività di sbocciare, come i fiori di ciliegio giapponesi, dai quali prende il nome il secondo album (Madame, Ernia, Bresh, thasup e Guè i feat.). «La mia arte è in continua evoluzione – racconta a Mi-Tomorrow – come la mia vita. Sono passata dal raccontare una fase dopo l’altra, come in uno specchio, che riflette la Rose di oggi». Il prossimo 29 ottobre il live al Fabrique (biglietti da 29 euro su ticketone.it).

Rose Villain pubblica Radio Sakura, il suo secondo lavoro discografico: «A Porta Venezia ti senti parte del mondo»

Quale Rose c’è in questo disco?
«Quella che vive i suoi momenti più introspettivi e malinconici mostrando tutte le sfumature del proprio animo. In questo disco, rispetto al primo, c’è meno frustrazione, non ho più paura di mostrarmi per ciò che sono, a Sanremo ho preso coscienza di questo».

Ovvero?
«Non ho mai avuto paura di esibirmi, nonostante fosse la mia prima volta. Ho affrontato tutto senza aspettative e mi sono divertita. Il palco è la mia confort zone e quello sanremese non è stata un’eccezione».

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Quale è stata la tua vittoria personale?
«Il fatto che Click boom! stia piacendo molto. Poi il pubblico mi ha conosciuto, è entrato in empatia, in particolare le donne. Da queste ultime ho ricevuto gli apprezzamenti che non pensavo, solitamente siamo molto giudicanti nei confronti di altre donne. Questo girl power unito è stato un bellissimo messaggio».

Capitolo finale del disco è Milano almeno tu. Una dedica…
«D’amore, sicuramente. Chi ha vissuto questa città, come me, sente di capirla e di essere capita. “Solo tu sai chi sono”, recito in un verso: sono nata e cresciuta qui, Milano ha visto il mio lato più oscuro, i miei momenti più brutti (“mi perdo nelle strade, nei quartieri, nei bicchieri, nei miei sbagli, marciapiedi sanno cose che non ricordo più”, ndr) e proprio da questi mi ha fatto capire che poteva esistere una luce diversa per me. La sua nebbia, in fondo, mi ha sempre confortata, avvolta, protetta».

“De Milan ghe n’è vuna”, citi.
«Nei tempi vissuti a New York mi mancava, “scappo, poi ritorno”, questo è il destino di chi l’ama come me. E il suo lato che mi fa impazzire è quello notturno, vuoto, pacifico, che mostra le bellezze nascoste solo quando ti ritrovi solo. Piazza del Duomo ne è un esempio».

A quale donna milanese ti senti di assomigliare?
«Quella di Porta Venezia, il mio quartiere, abituata al glamour, al business, al furore di tante culture straniere ben equilibrate in una. Forse per questo mi sono sempre definita esterofila, qui ti senti parte del mondo».

I milanesi ti hanno aiutato, recentemente, in una vicenda spiacevole.
«Nel giro di poche ore dal mio annuncio sui social hanno ritrovato la moto rubata. Che bella comunità è la nostra quando usiamo gli strumenti che abbiamo a disposizione, in questo caso i social, per fare del bene».

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