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02. 05. 2024 01:14

Un’italiana per Lift, Martina Avogadri: « Un’esperienza straordinaria. Milano mi ha fatto diventare donna»

Da oggi su Netflix disponibile l’action movie diretto da F. Gary Gray, dove l'attrice Made in Italy che interpreta il capo di un gruppo di hacker accanto a Jean Reno

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Lift da oggi è disponibile su Netflix, l’action movie diretto da F. Gary Gray, con un cast di primissimo livello che annovera anche l’italiana Martina Avogadri nei panni di Leviathan Leader, capo di un gruppo internazionale di hacker. La storia racconta di un ladro professionista e la sua banda esperta tentano il colpo perfetto: rubare 500 milioni di dollari in oro da una cassaforte su un aereo a 12mila metri da terra.

Martina Avogadri in Lift interpreta il capo di un gruppo di hacker, accanto a Jean Reno: «È uno di quelli che “senti entrare nella stanza“, un grande»

Che esperienza è stata lavorare a questo progetto internazionale?
«L’esperienza sul set di Lift è stata straordinaria da molti punti di vista. Partendo proprio dall’elemento extra-ordinario di ritrovarsi su un set di quelle dimensioni, accanto non ad uno ma ad una serie di star hollywoodiane tra cui Kevin Hart, Gugu Mbatha-Raw, Sam Worthington, Billy Magnussen e attori che da decenni fanno la storia del cinema, come Jean Reno. Nonostante la portata “colossale” della produzione, l’atmosfera sul set si è da subito rivelata incredibilmente accogliente. Il regista Gary Gray lavora equamente con tutti gli attori e ha la capacità di mettere chiunque a proprio agio, senza mai perdere contatto con la sua precisissima visione».

Come è stato lavorare accanto a Jean Reno?
«Da un lato è stato bellissimo osservarlo all’opera e dall’altro recitare con lui mi ha dato la possibilità di elevarmi come professionista. Jean Reno ha una presenza scenica assoluta, è magnetico. È uno di quei grandi attori che “senti entrare nella stanza” e che cambiano lo spazio con la propria presenza. Senti l’enormità della sua esperienza, ma al contempo la leggerezza e l’eleganza di un artista che rispetta il proprio lavoro e che è innamorato di questo “gioco”. Come tutti i grandi, Jean Reno è un attore generoso, che crea spazio per il proprio partner di scena e che invita a una danza veramente a due. È sempre stato presente anche quando la camera era puntata su di me. È sempre stato lui a darmi le battute».

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Che rapporto hai con Milano?
«Amo Milano. Ho trascorso 11 anni in questa città, dove mi sono trasferita subito dopo le superiori. Ho studiato filosofia alla Statale e poi ho frequentato la Paolo Grassi, ho lavorato in teatro, passato nottate indescrivibili con amici e da ragazza sono diventata donna. Più o meno ogni quartiere ha un valore emotivo importante per me. La mia scelta di andare via non è stata legata alla città, ma a motivi professionali. Sinceramente spero di poterci tornare almeno per un periodo, mi manca».

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«Al momento ho alcuni progetti in attesa di conferma, grazie alla dedizione e al lavoro della mia agenzia DBA, che spero vadano a buon fine. Nell’immediato orizzonte però, c’è il mio instancabile (e difficilissimo!) lavoro di produzione indipendente».

Raccontaci.
«A breve sarà completa la post-produzione del lungometraggio di debutto della mia compagnia di produzione qui in Inghilterra (Aberrant Gene Films). Si tratta di un film che ho coprodotto e di cui sono protagonista. È una produzione inglese, ma girata in Italia, in linea con il mio desiderio di ricreare un ponte con il mio Paese».

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