I venti di guerra che arrivano dalla Russia non sembrano placarsi: la risoluzione del conflitto in Ucraina sembra ancora lontana. Il presidente Zelensky invoca una no fly zone da parte degli stati europei. Nonostante l’ipotesi sia molto improbabile se tale misura venisse presa potrebbe effettivamente scattare una nuova guerra di portata mondiale. E Milano in questo terribile scenario avrebbe sufficienti rifugi e bunker per i propri cittadini?
Bunker a Milano, quanti sono?
A rispondere a questo quesito ci ha pensato Gianluca Padovan, speleologo di Scam (Associazione speleologia cavità artificiali Milano), intervistato recentemente da Il Giorno. «A Milano – ha raccontato – esistevano centinaia di rifugi. Ma la maggior parte erano cantine puntellate. Quasi tutte, con soletta di mattoni e non di cemento armato: trappole. Compresi i sotterranei delle stazioni ferroviarie e gli alberghi diurni, sottoterra. Secondo una nostra analisi, in Italia meno del 5% dei rifugi era sicuro».
Insomma, una prospettiva certamente non rassicurante. A Milano i bunker a prova di bomba si contano sulle dita: sono solamente tre. «Il primo, in piazza Duomo, nell’ala dove oggi si trova l’Atm point. Questo è il rifugio più grande, a uso pubblico, fatto costruire dal Comune nel 1943: poteva ospitare circa 1.400 persone. Il secondo è il bunker della Regia Prefettura in via Vivaio, costruito sempre nel 1943. Infine, il terzo è il sotterraneo tra le vie Luini e Ansperto, in pieno centro, costruito per il Corpo dei Vigili del fuoco».