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17. 05. 2024 08:22

Più Anna Kuliscioff, meno targhe

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Tra due anni, il 27 dicembre 2025, ricorreranno i 100 anni dalla morte di Anna Kuliscioff. Socialista, milanese, famosa come la “dottora dei poveri”. Soprattutto, una delle personalità che sulla questione femminile ha scritto le pagine più importanti dal punto di vista teorico e pratico nella storia della nostra città e a livello nazionale e internazionale. Si dovrebbe ristudiare per davvero le sue opere, ripassare in rassegna la sua vita piena di azioni e intuizioni. Si scoprirebbe un pensiero ricco di attualità, soprattutto rileggendo la sua dura critica nei confronti del femminismo “borghese”.

Anna Kuliscioff, la “dottora dei poveri”

Scriveva infatti: «Per la donna borghese uomini e sfruttatori sono sinonimi; per l’operaia lo sfruttatore può anche essere una donna: la donna industriale, commerciante o anche solo possidente». Queste righe di Anna Kuliscioff tornano in mente quando il tema diventa il cambio di una targhetta in un assessorato o la quantità di donne presenti in un Cda o in Parlamento. La questione resta sempre la stessa: inquadrare la questione femminile in una più ampia necessità di maggiori diritti e maggiori libertà per una società davvero all’insegna dell’uguaglianza sostanziale.

Di recente una parlamentare milanese è stata accusata di sostenere un candidato uomo alla segreteria del Pd, invece della candidata donna: le è stato rinfacciato quasi un alto tradimento nei confronti dei suoi principi femministi. Servirebbe fuggire da questo totalitarismo del pensiero. E pensare che, se “monopolio dell’uomo” (come lo definiva Kuliscioff, molto più calzante rispetto a un fumoso riferimento al “patriarcato”) esiste ancora, esiste soprattutto per le donne che non hanno potere alcuno.

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