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01. 05. 2024 02:09

La storia di Eleonora Mininni: «Grazie all’equitazione ho sconfitto il bullismo»

L'amazzone diciassettenne di Paderno Dugnano si racconta a Mi-Tomorrow: dalla anoressia, fino ai cavalli che le hanno ridato speranza

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Pandemia e conseguenti lockdown hanno segnato profondamente i giovani, questo è un dato ormai appurato. Se all’isolamento sociale forzato si unisce il bullismo la situazione diventa davvero difficile da affrontare. Ne sa qualcosa Eleonora Mininni, amazzone diciassettenne di Paderno Dugnanon, che, proprio grazie all’equitazione sta uscendo da un pessimo periodo della sua vita.

Equitazione, cavallo, foto Unsplash

La cavallerizza Eleonora Mininni, racconta a Mi-Tomorrow la sua storia fatta di bullismo e speranza nell’equitazione

Ora le cose iniziano ad andare meglio e anche a livello sportivo arrivano le soddisfazioni, ma quanto successo qualche anno fa non è ancora del tutto dimenticato: «In seconda media sono iniziati i primi casi di bullismo nei miei confronti – racconta Eleonora – e le cose sono andate sempre peggio».

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Cosa è successo?
«I miei compagni di classe hanno iniziato a escludermi, a prendermi in giro per il mio cognome, per il mio aspetto fisico. Mi hanno accusato perché durante una gita in seconda media non ho voluto provare a fumare. Ridevano perché facevo equitazione e ho iniziato a vergognarmi del mio sport».

I professori non sono intervenuti?
«Solo a parole. Alla fine della seconda media ho avuto una crisi di pianto e hanno promesso che le cose sarebbero cambiate. Invece ho fatto la terza media senza nessun amico e in lockdown. Un periodo difficile anche perché coi maneggi chiusi non potevo nemmeno andare a cavallo».

Questo cosa ha comportato?
«Ho iniziato a sentirmi insicura, ansiosa, depressa fino ad arrivare ad avere disturbi alimentari come l’anoressia nervosa che nel tempo si è evoluta in maniera negativa. Ho iniziato anche a mentire ai miei genitori, a digiunare per due giorni di seguito, a indurmi il vomito fino all’autolesionismo. A gennaio del 2022 sono svenuta ed è stato necessario il ricovero. Mi hanno prescritto una tabella alimentare che non ho seguito e a giugno sono stata ricoverata di nuovo. Lì ho capito che non potevo andare avanti così».

Cosa hai fatto?
«Dopo il secondo ricovero sono andata al Centro Ippico Le Ali di Garbagnate e ho deciso di cambiare, non volevo più stare male. I miei istruttori Francesca e Matteo mi hanno aiutato tantissimo e dopo un mese sono riuscita a tornare a gareggiare. In passato alcuni istruttori mi avevano deluso e illuso con promesse non mantenute. Ora sono in un ambiente in cui mi sento sicura e dove si punta su di me».

Cosa ti piace dell’equitazione?
«L’empatia che si crea con il cavallo. Ho iniziato a cavalcare a otto anni quando mia mamma mi ha portato in un agriturismo, ho visto alcune persone andare a cavallo e ho voluto provare anch’io. Quando ho iniziato a fare galoppo e i primi salti ho capito che quello era il mio sport».

Quale gara ti ha dato più soddisfazioni?
«Quella dello scorso novembre a Buscate dove ho ottenuto ottimi risultati. Sono l’unica senza cavallo di proprietà ad arrivare a saltare un metro e dieci».

Come si chiama il tuo cavallo?
«È una femmina, si chiama Blosom. La cavalco due volte alla settimana. Ho imparato a non affezionarmi troppo perché c’è sempre il rischio che il cavallo venga venduto. In passato ho sofferto tanto per questa cosa, ora sono maturata riesco a gestirla meglio».

Ora come stai?
«Sto bene, ho molte più amicizie, ma devo ancora migliorare sotto il punto di vista emotivo e alimentare. Devo sbloccarmi, vincere l’ansia. Sto facendo un percorso con psicologa e neuropsichiatra. Ho fatto un passo avanti, ma ne servono altri per stare davvero bene».

Che sogni hai?
«Voglio finire le superiori e iscrivermi a medicina per poi specializzarmi in veterinaria. Continuerò a cavalcare e nel caso mi piacerebbe anche fare l’istruttrice. Rimarrò sempre vicina ai cavalli».

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