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02. 05. 2024 00:09

Memoriale della Shoah, effetto Segre da Fazio: code per visitare il Binario 21

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Il Memoriale della Shoah nel giorno della Memoria e dintorni rimane uno dei posti più visitati a Milano ma quello che sta succedendo in questo weekend va oltre ogni aspettativa: anche sabato si sono verificate lunghe code per visitare il Binario 21, il luogo tenuto a lungo nascosto da dove partivano i treni verso i campi di concentramento. Milanesi e turisti hanno risposto presente come non mai, con il merito che va anche dato alla seguitissima trasmissione di Fabio Fazio con Liliana Segre andata in onda venerdì in prima serata.

Memoriale della Shoah, Fabio Fazio e Liliana Segre

Venerdì sera la senatrice a vita è tornata dove il 30 gennaio del 1944 partì il treno che la condusse, allora tredicenne, al campo di sterminino di Auschwitz, insieme ad altre 604 persone, fra cui suo padre Alberto. Fecero ritorno solo in 22, tra cui ovviament lei. Su Rai 1 è stato così ripercorso in modo davvero toccante l’olocausto, attraverso un viaggio indietro nel tempo di 79 anni con materiali fotografici, stampa e video dell’epoca, per rendere visibile a tutti, soprattutto ai più giovani, che cosa successe all’epoca.

liliana segre

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Memoriale della Shoah, le code

La trasmisione, oltre ad essere stata seguita da 4 milioni 655 mila telespettatori per il 22,5% di share, ha avuto come risultato che molti che ancora non conoscevano il Binario 21 l’hanno scoperto e dal giorno dopo hanno letteralmente preso d’assalto la Stazione Centrale per andare a vedere di persona un luogo in cui si è fatta la storia del nostro Paese e non solo.

Liliana Segre e il Memoriale della Shoah

Liliana Segre ha però anche tanti haters. La senatrice a vita ha presentato alla caserma dei carabinieri di Milano 24 denunce per minacce ricevute online. Assistita dall’avvocato Vincenzo Saponara, ha presentato le denunce querele alla Sezione Indagini Telematiche del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo. Si tratta per lo più di ignoti che ora dovranno essere identificati e che negli ultimi mesi sui social o con delle email hanno inviato messaggi di «odio di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita e contenenti auguri di morte».

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