21.9 C
Milano
29. 04. 2024 17:52

Minori in carcere: mai così tanti in Italia, al Beccaria di Milano la più alta densità di detenuti

Gli stranieri sono il 51,2% del totale, mentre le giovani donne sono appena 13

Più letti

L’Italia sta assistendo a un incremento significativo del numero di minori in carcere. L’attuale conteggio rivela che 496 giovani sono ospitati nei 17 istituti penali minorili del paese, una cifra che solleva questioni urgenti riguardanti il sistema giudiziario e le politiche di riforma. Tra questi, 13 sono giovani donne, rappresentando solo il 2,6% del totale, mentre la componente straniera ammonta a 254 individui, il 51,2% del totale, segnalando una prevalenza marcata.

Il carcere Beccaria di Milano al centro dell’attenzione

Particolarmente degno di nota è il carcere Beccaria di Milano, che emerge come l’istituto con la più alta densità di giovani detenuti: 69 ragazzi. Questo dato pone il Beccaria in una posizione centrale nelle discussioni sulla giustizia minorile e sulle strategie di intervento. Gli istituti con meno detenuti, come Quartucciu in Sardegna e Pontremoli in Toscana, evidenziano la disparità distributiva a livello nazionale.

Minori in carcere, un rapporto illuminante

Il settimo rapporto di Antigone sulla giustizia minorile getta luce su queste dinamiche, rivelando che, nonostante una diminuzione legata alla pandemia di Covid-19, il numero di detenuti sta risalendo oltre i livelli pre-pandemia. Il 2022 ha visto un incremento fino a 382 detenuti medi giornalieri, e il trend è proseguito nel 2023, con una media di 425, avvicinandosi a gennaio 2024 quasi al traguardo delle 500 presenze.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Analisi demografica e cautelare

Il profilo demografico e legale dei detenuti offre ulteriori spunti di riflessione. La maggioranza è costituita da minori in carcere tra i 16 e i 17 anni, sebbene una quota rilevante sia rappresentata da giovani adulti. La presenza straniera negli istituti è significativa, con prevalenza di giovani dalla Tunisia, Marocco ed Egitto. Interessante notare che la maggior parte degli stranieri è in custodia cautelare, suggerendo una possibile tendenza nel sistema giudiziario.

La situazione del carcere Beccaria di Milano, insieme ai dati nazionali, richiama l’attenzione sulla necessità di riforme mirate e interventi specifici nel sistema di giustizia minorile. La crescente popolazione carceraria minorile solleva interrogativi fondamentali sulla direzione delle politiche di riforma e sul supporto necessario per i giovani in conflitto con la legge.

La storia del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano

Il carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano è una struttura storica che gioca un ruolo chiave nel sistema di giustizia minorile italiano. Fondato nel XX secolo, il Beccaria ha rappresentato un punto di riferimento nel trattamento dei giovani reclusi, evolvendosi nel tempo per adeguarsi ai cambiamenti sociali e alle nuove esigenze della giustizia per i minori.

Inizialmente concepito per ospitare giovani trasgressori in un ambiente separato dagli adulti, il Beccaria è stato progettato per offrire non solo un contesto di detenzione, ma anche un luogo di educazione e riforma. L’obiettivo era quello di fornire ai giovani detenuti le opportunità per un reinserimento sociale positivo, attraverso percorsi educativi, formazione professionale e attività riabilitative.

Nel corso degli anni, il carcere Beccaria ha subito diverse trasformazioni, riflettendo i cambiamenti nelle politiche di giustizia minorile e nelle teorie pedagogiche. Le riforme hanno spesso mirato a migliorare le condizioni di vita all’interno dell’istituto, promuovere il rispetto dei diritti dei minori e incrementare le opportunità di recupero e reintegrazione.

Nonostante le sfide e le criticità, il carcere Beccaria rimane un simbolo importante nella storia della giustizia minorile italiana, rappresentando gli sforzi del paese per fornire risposte giudiziarie e sociali adeguate alle esigenze dei giovani in conflitto con la legge.

Il bisogno di alternativa e riscatto

Esperti e attivisti sottolineano l’importanza di investire in percorsi alternativi alla detenzione, che possano interrompere il ciclo di criminalità e recidiva. Il contesto detentivo, specialmente in un ambiente sovraffollato e spesso violento, rischia di non offrire ai giovani la possibilità di cambiamento e riscatto. Proporre alternative educative e di reinserimento può rappresentare la chiave per offrire ai minori in carcere un futuro diverso e migliori opportunità di riscatto.

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...