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26. 04. 2024 23:52

Quartiere Bovisa: storia e rinascita di una Milano cinematografica, agricola e oggi universitaria

Dal cinema all'università, quando la periferia fa la voce grossa

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Il quartiere Bovisa a Milano è l’esempio di storia e rinascita della città, passata dall’essere un polo agricolo ad industriale prima e centro universitario oggi. Un percorso di nascita e crescita esponenziale, simbolo di un agglomerato urbano che non conosce più confini né geografici, né strutturali.

Quartiere Bovisa, una storia di grande sviluppo partito con il cinema

Il quartiere Bovisa a Milano, situato all’interno del Municipio 9, è quello che viene delimitato fisicamente dai binari della ferrovia di gronda nord, che cinge il quartiere per buona parte della sua estensione. All’inizio del secolo scorso, più precisamente nel 1905, venne creato lo stabilimento «Milano Films», che restò attivo fino al 1926. Questi erano di fatto studi cinematografici al pari di quelli già presenti, a suo tempo, a Roma (la «Cines») e Torino (la «Ambrosio»): un terreno di circa 1 ettaro, dove i teatri di posa presenti vennero usati anche da altre aziende produttrici milanesi, tra le quali la «Vay», la «Silentium» e la «Armenia». Ma non solo cinema: perché il quartiere Bovisa fu anche aria industriale dove era presente tra le altre anche la Candiani (gruppo Montecatini), azienda produttrice di acido solforico andata lentamente in declino con lo smantellamento di molte industrie avvenute nel secolo scorso. 

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L’arrivo del Politecnico e la svolta del quartiere Bovisa

Prima area agricola, poi cinematografica e industriale. Ma la vera svolta del quartiere Bovisa è venuta con l’arrivo, nella sua ex zona industriale, di una delle due sedi cittadine del Politecnico di Milano. Qui oggi sono presenti due distinti campus universitari: quello est, dove è presente la facoltà di disegno industriale, e quello ovest che invece ospita alcune facoltà della Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione. E il processo di recupero e ridefinizione del quartiere non si ferma, anzi. Qui è sempre presente molta attività legata al rifacimento della zona, basti pensare al fatto che sono presenti ancora molte realtà importanti. Fernet Branca, Telelombardia e Antenna3, solo per citarne alcune. 

Entro l’anno al via nuovi lavori nei gasometri

E l’annuncio di questi giorni è quello che vedrà al via altri lavori di riqualificazione del parco dei gasometri. Il progetto, suggestivo, prevede che l’area diverrà al tempo stesso parco pubblico aperto a tutti e campus dell’ateneo. I due gasometri che caratterizzano l’area, ormai in disuso da decenni, saranno preservate e recuperate. Un gasometro ospiterà un centro sportivo di diecimila metri quadrati suddivisi su tre piani (con una piscina, una palestra e uno spazio multifunzionale). Nel secondo saranno ospitate le Camere Bianche della multinazione italo-francese STMicroelectronics, i laboratori dove saranno realizzati microsensori. Sette i piani, 15mila metri quadrati. Costo dell’intervento di rigenerazione: oltre 90 milioni di euro, la Regione ne metterà 20 attraverso il Piano Lombardia. L’obiettivo è chiudere i cantieri entro il 2026, anno imposto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

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