Milano può “vantare” un altro record: è il capoluogo di provincia più ricco d’Italia come reddito. Lo ha stabilito l’Ufficio studi della Cgia basandosi sui dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiti alle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef del 2021. Curiosamente, è lombardo anche il paese più povero d’Italia: Cavargna, comune montano spopolato del Comasco.
Reddito, la classifica
In classifica però c’è chi sta meglio di Milano: Lajatico, nel pisano, domina, ma c’è un motivo. Tra i 985 contribuenti, figura infatti il tenore Andrea Bocelli, che ha permesso di arrivare alla cifra record di 54.708 euro. I 94 abitanti nel borgo di Cavargna invece non vanno oltre i 6.314 euro.
Reddito a Milano
Milano come detto resta la città capoluogo di provincia più ricca con 37.189 euro, il doppio dei 18.706 euro dichiarati a Ragusa. In generale, i comuni più ricchi sono al Nord. Dopo Lajatico al secondo posto c’è Basiglio con un reddito complessivo Irpef di 49.325 euro, Portofino con 45.617 euro, Bogogno con 42.366 euro e Varenna con 42.254 euro. Milano si trova al dodicesimo posto assoluto; seguono Monza al tretatresimoo (32.237 euro), Bergamo al 39/o (31.883 euro) e Pavia al 57/o (30.606 euro).
Milano, non solo reddito
A Milano i dipendenti hanno gli stipendi più alti d’Italia ma analizzando bene i numeri c’è ben poco per cui stare allegri. È quanto emerge dalle elaborazioni provinciali realizzate dal Centro Studi Tagliacarne sulle voci che compongono il reddito disponibile a prezzi correnti. E proprio qui, come si suol dire, casca l’asino…
Nel periodo che va dal 2019 al 2021, quindi in piena pandemia, a Milano si sono registrati aumenti che hanno portato a uno stipendio medio di 30.464 euro, due volte e mezzo la media nazionale di 12.473 euro e, tanto per fare un esempio, nove volte più alto di quello di Rieti fanalino di coda nella classifica retributiva. Il problema però è che nel capoluogo lombardo il reddito da lavoro dipendente rappresenta oltre il 90% del reddito disponibile (ovvero il reddito che rimane al netto delle tasse e degli oneri sociali di un nucleo familiare) contro il 23,9% di Rieti e il 63,1% della media nazionale.